Emancipazione e Libertà
Emancipazione!
Gridando a squarciagola questa parola, milioni di donne hanno marciato in tutte le città del mondo, ottenendo traguardi fondamentali, ma quanto valore hanno per noi oggi?
Facciamo l'esempio più lampante, la festa della donna:
un giorno che doveva simboleggiare l'orgoglio e la forza femminile tramutato in una notte di follia in cui, in nome delle donne che hanno sacrificato la propria vita e il proprio futuro, ci godiamo spogliarelli volgari e tristi rimpatriate di donne insoddisfatte della propria vita.
È questo che siamo diventate?
La donna è un leone, fiero, valoroso, potente e saggio, che non attacca mai senza motivo, ma solo per proteggere, se ferito o in pericolo.
Oggi la donna sembra più un leone da circo, pulito e profumato con la chioma vaporosa, messo in mostra su di una pedana rialzata.
Non importa che sia vecchio e senza denti, l'unica cosa che importa davvero è che sia bello da guardare, perfetto fuori.
Noi siamo la generazione dello shatush, delle nail artist e di qualsiasi moda assurda che verrà dopo di queste.
Molte di voi diranno "Anche io faccio le unghie una volta a settimana, non per questo sono stupida".
Avete assolutamente ragione! Il punto è che la moda rovina sempre tutte le cose, la moda porta all'esasperazione, la moda ci fa arrivare al punto di odiare una cosa, perché così abusata da diventare assillante.
Ma vediamo un po' quanto sono cambiate le cose nel tempo.
Una delle epoche più amate dalle lettrici di romance è il Medioevo, che siano secoli bui o meno, l'immagine del cavaliere in armatura scintillante pronto a salvare la dolce donzella non perde mai il suo fascino.
Ma come può questa essere la stessa epoca in cui la donna è praticamente una schiava, soggetta al volere di un marito che di rado immerge i piedi in una tinozza, costretta a non dare mai alito ai propri pensieri perché altrimenti additata come strega?
Anche ospitare sotto il proprio tetto un povero gatto nero poteva essere indizio di stregoneria (poveri gatti, sempre portatori di sventura e discriminati, sarà per questo che li adoriamo così tanto, condividono il nostre stesso atroce destino, a volte idolatrati a volte condannati).
Una delle figure che più ho amato di questo periodo, è Trotula de Ruggiero, medico italiano che non solo insegnava presso la Scuola medica di Salerno, ma ha pubblicato svariati libri, uno che tratta esclusivamente di malattie che affliggevano la donna prima e dopo il parto, uno sulla pratica medica e uno – udite, udite - sulla cosmesi!
In questo libro Trotula de Ruggiero ci fornisce consigli utilissimi, (che sia una antenata di Clio?), su come sbiancare i denti, rendere i capelli più luminosi, avere un alito sempre fresco e pulito e tanto altro ancora.
Qualche anno dopo, nella nostra amata Italia ecco spuntare Dante, il più grande scrittore di sempre secondo il mio modesto parere, che ci dipinge la donna come un essere angelico, puro, così superiore in spirito da diventare una guida per il Paradiso, così meritevole da guadagnarsi più di un'opera in cui loda senza freno la sua amata musa: Beatrice.
Dante passa tutta la vita diviso tra l'orgoglio di guelfo bianco e la venerazione per la moglie Beatrice... ma, scusate un attimo, la moglie di Dante si chiamava Gemma, da cui ebbe tre (o forse quattro non si sa per certo) figli.
Quindi ricapitoliamo, quest'uomo, uno, se non Il, miglior poeta di tutti i tempi, passa tutta la sua vita a scrivere versi di adorazione verso una donna con cui potenzialmente non scambia nessuna parola, mentre non scrive nemmeno un rigo sulla moglie? Nemmeno una dedica, una nota, un opuscolo! Niente di niente.
Ora, capiamo i matrimoni combinati, capiamo le unioni senza amore, però spiattellare così al mondo intero che te ne freghi della donna che ti ha dato tre figli (e un potenziale quarto) non si fa caro Dante!
Forse siamo confuse, ma andiamo avanti di qualche anno, sorvoliamo gli anni dello sciupafemmine Enrico VIII, che aveva così fretta di cambiare moglie da non aspettare nemmeno le pratiche del divorzio.
Tagliare teste era più veloce e assicurava un perenne silenzio da parte della malcapitata di turno (chissà se anche lui aveva paura delle richieste di mantenimento).
Arriviamo finalmente agli anni d'oro della Regina Elisabetta, 'Finalmente!' direte voi, con una regina al potere, per di più single, le cose cambieranno per il sesso debole. E invece no! E' sempre la solita solfa, la donna è inferiore, deve stare a casa a badare ai figli ed aspettare che il marito, puzzolente o meno, torni dalle varie guerre per rivendicare i propri diritti di procreazione.
Ma non disperiamo, l'Inghilterra avrà un'altra famosissima regina, la regina Vittoria, ma ahimè, nemmeno con lei le cose sembrano cambiare molto.
Fortuna vuole che dopo altri due secoli, arrivi la tanto ambita parità dei sessi.
Evviva!
La parità ha portato con sé un'altra triste guerra, quella Maschi contro Femmine.
Ok ragazzi, avete avuto il potere per secoli, non sarà un dramma condividerlo quindi non abbiate paura, questo comportamento misogino non vi rende giustizia, ma ci fa capire solo quanto (pochi di voi fortunatamente) abbiano una mente così ristretta che quel solo, povero neurone che avevate è morto di claustrofobia.
Già, perché l'uomo intelligente non denigra la sua collega, non cerca di scavalcarla o umiliarla, ma la rispetta. Tre sillabe, otto lettere, un significato immenso, che potrebbe salvare l'Universo intero.
Molti sono ancora convinti che la donna sia più intelligente, che riesca meglio in quello che fa e molte volte le statistiche lo confermano, ma io dico che non è così.
Sapete cosa mostrano le classifiche? Semplicemente che la donna non è più intelligente, ma che deve impegnarsi il doppio di un uomo per raggiungere i suoi stessi obbiettivi, per questo (spesso) la donna è più preparata, più brillante, più stacanovista, semplicemente perché deve lavorare di più per ottenere quello che vuole. E si sa, la pratica rende perfetti.
Ora forse le cose sono un po' estreme, ma quando lasci libero un leone tenuto in cattività per anni, questo darà sfogo a tutte le umiliazioni, maltrattamenti e limitazioni che ha dovuto subire, forse esagerando in alcuni atteggiamenti, forse facendo delle cose senza senso in nome di una cosa che non ha mai assaporato prima: la Libertà.