La nascita del mosaico più grande del mondo, Mosaico di Andreina: La Visione di Ezechiele.

Non lo avrei mai immaginato… Se vent’anni fa mi avessero detto cosa accade oggi avrei sicuramente sorriso!
Ho sognato un futuro ambizioso fatto di arte, mostre, denaro, viaggi, successo, critica... quello che tutti gli artisti idealizzano...

Come è nato il mosaico più grande del mondo, il tema: "La Visione di Ezechiele”.

Mosaico più grande del mondo: chiesa di IndicatoreOggi, lavoro al freddo, al caldo, all’interno di un tendone, lungo una strada alla mercè del monossido di carbonio dei tubi di scappamento delle macchine oppure all’interno di una chiesa ghiacciata o afosa a seconda delle stagioni, corro facendo chilometri per gli spazi enormi, accolgo persone con tante difficoltà, lavoro diciotto ore al giorno, devo inventare lingue che non conosco… eppure non immaginerei altra felicità!

Vent’anni fa è iniziato il mio viaggio.

Tra le varie commissioni come artista incontro un parroco Don Santi Chioccioli, nel 1997, che esprime la volontà di voler cambiare il destino di una chiesa che sarebbe stata demolita, chiedendomi aiuto.

Il Mosaico più grande del mondoIniziò il 25 aprile dello stesso anno la prima opera che poi ha dato i natali a tutte le altre ( e devono ancora essere teminate).
Un percorso di fede attraverso l’arte: dipinti, sculture e vetrate di grandi dimensioni...

La prima donna al mondo a cui la chiesa affida la realizzazione di centinaia di metri quadri di opere.

Vista da fuori sembra una favola, costruita sul successo, invece no.

Ci troviamo davanti a un piccolo paese di periferia, Indicatore alle porte di Arezzo, nella bella Toscana in Italia, di circa tremila abitanti, senza tradizione perché fondato negli anni sessanta.
Una chiesa povera e tutti i livelli, le offerte non erano sufficienti a ripagare le candele e gli incensi, però immaginate, in quel momento era tutto a mia disposizione, una tela bianca enorme dove poter apporre ogni mio pensiero.

Fatiche fisiche immense per una piccola donna che spericolatamente si cimenta in tecniche artistiche differenti, a seconda delle opere, senza averle mai sperimentate: una vera avventura fatta di incoscienza di ambizione e tanta volontà.
A sedici anni dal famoso inizio dopo aver abbellito l’interno della chiesa e la facciata istoriata con ottanta quintali di terracotta policroma, nasce l’esigenza di una piazza… “il sagrato”, una gettata di cemento grigio da adornare che avrebbe eliminato il parcheggio delle auto, consegnando al paese un luogo di incontro.

Ogni pensiero artistico era troppo caro o poco edificante esteticamente, ma Gaudì ha suggerito il cambiamento, non c’erano altre soluzioni. Chiamo un amico, Fabrizio Polverini, che velocemente ci consegna due camionate di detriti di cantiere.

Due mesi di selezione del materiale dal quale è nato il mio primo mosaico dedicato, secondo il tema suggerito dal Don, alla “Visione di Ezechiele”.

Il primo mosaico: La Visione di Ezechiele

Due anni intensi passati sotto sette gazebo che mi proteggevano dalle intemperie, tra pesci, fiori, onde, alberi secchi e fioriti, con le ginocchia e la cervicale massacrate, tra milioni di tessere che ho incastrato in un mosaico trencadis dedicato alla “Visione di Ezechiele”. ( della tecnica trecandis vi racconterò dopo) di 240 metri quadri.

Ero di nuovo riuscita a superare me stessa perché, la vera sfida, è sempre tra me e me.

Dopo anni di inesistenza per il mondo, La Visione di Ezechiele finalmente visibile al pubblico incuriosisce. Decido, quindi, di promuoverla trovando interesse in vari musei italiani tra cui quello di Ravenna MAR, dove la Dott.ssa Linda Knifitz si innamora di questa storia romantica definendola alla conferenza del novembre 2011 la piccola Sagrada Familia italiana.

Procedere nel proseguire un'opera come il mosaico, immensa nel suo insieme, non era semplice perché, come al solito, non c’era denaro. Le persone che ci aiutavano nei mercatini parrocchiali per la raccolta fondi, o erano troppo anziane o addirittura non c’erano più a sostenerci.
Ma la provvidenza, mia amica da sempre, nel 2013 dopo aver fondato l’anno prima un’associazione culturale dedicata al nome del profeta Ezechiele, mi consegna tra le mani due designer spagnole giovanissime arrivate in Italia con il progetto Leonardo. Dopo una prima esitazione, inizio a sognare e sviluppo un progetto utopico per dimensioni, un paradiso dell’Eden dove poter condividere con tante persone spazi comuni, ludici, creativi ed educativi.

Dopo esserci accorti che non esisteva una pianta delle chiesa depositata al catasto le due ragazze, Marjluz Miguez e Sonia Prego, ridimensionano la chiesa e con copia incolla sovrappongono al progetto architettonico i miei disegni artistici… vi assicuro una favola!

In linea di massima il progetto c’era, alla stampa era stato presentato, ma da sola era impossibile realizzarlo, non sarebbero bastate dieci vite. Una notte prima di addormentarmi ho immaginato una richiesta di aiuto, apparentemente un’altra delle mie visioni… mi sono fatta paura da sola!
Il giorno dopo recatami alla chiesa confido a Don Santi il mio sogno e dopo un minuto incomincio a telefonare agli amici. Pensate, in tre mesi siamo stati in grado di realizzare centocinquanta metri quadri di mosaico pavimentale: sessanta presenze di cui neanche un’artista.

Questo mi ha conferito forza, energia e la speranza di poter proseguire!
Da quel giorno, 8 luglio 2013 è iniziato il mio affannoso nuovo viaggio!

Ogni mattina da allora prego Dio di farmi arrivare alla sera.

In questi tre anni di manifestazioni, progetti Erasmus, Leonardo, inclusivi tra abili e disabili, scuole e tanti artisti provenienti da tutto il mondo, scopro in me una personalità di natura filantropica all’ennesima potenza. Non riesco più a raccattare un centesimo e a far fruttare il mio lavoro di artista: vi assicuro, cosa in cui ero bravissima. Ospito gente che non conosco in casa facendoci subito amicizia, non provo rancore per le malelingue, da scorpione è innaturale, cosa dire… tutto questo mi aveva cambiato in pochissimo tempo.

A breve vi racconterò gli aneddoti impossibili evolutivi della grande Visione di Andreina, seguiteci…

 Come si realizza un mosaico: un piccolo consiglio.

Mosaico Trencadis: Mosaico definito “seminato o frammentato”, nasce da una definizione di origine catalana. Il mosaico è un incastro di tessere che vengono posizionate sulle più diverse su superfici

Ed ecco il consiglio per fare un mosaico: Quando spaccate a martello mi raccomando sempre al contrario, cioè sulla parte da incollare per non rischiare di crettare l’invetriatura specie nel caso di maioliche o porcellanato. Sarebbe bene, per eliminare le parti taglienti, anche far rotolare in un sacco di iuta le tessere fra loro.

 

Articoli Sul Mosaico di Andreina: il primo mosaico La Visione di Ezechiele.