Scienziati sostengono che il processo di invecchiamento può essere reversibile

 

Juan Carlos Izpisua Belmonte, che ha guidato il team presso il Salk Institute di La Jolla, California, ha detto:

"I nostri studi dimostrano che l'invecchiamento non necessariamente procede in una sola direzione e che con un'attenta modulazione, potrebbe essere invertito. "

Una nuova terapia genetica ha prodotto un effetto ringiovanente sui topi; ma la sua applicazioni clinica sugli esseri umani, non avverrà prima di un decennio.( Devono essere tenuti infatti presenti i limiti che la sperimentazione animale comporta)

Rughe, capelli grigi e dolori fastidiosi sono normalmente considerati come sintomi inevitabili dell’invecchiamento; ora gli scienziati sostengono che il processo può essere reversibile.

 

La scoperta apre la possibilità di un nuovo approccio sanitario, in grado di procedere a un trattamento dell’invecchiamento stesso, piuttosto che alla cura delle varie malattie a esso associate.

I risultati mettono in discussione anche la nozione dell'invecchiamento come semplice risultato del logorio fisico dovuto al passare degli anni. Aumenta così il già consistente bagaglio di prove che questo è in parte, e forse soprattutto, guidato da un “ orologio genetico” interno, che è causa dell’inizio dello stato di declino fisico.

Questo studio è il primo a dimostrare che la stessa tecnica può essere usata per “mandare indietro” parzialmente “ l'orologio” delle cellule, abbastanza da renderle più giovani, ma senza farle perdere la loro funzione specifica.
Questo “orologio” è creato dall’epigenoma, un sistema di proteine che riveste le cellule del DNA e individua quali geni sono attivi e quali invece vanno eliminati.
Grazie a qualche mistero biologico, le lancette “dell’orologio”, al momento del concepimento, ripartono sempre da zero: indipendentemente dall’età dei genitori, e quindi delle loro cellule riproduttive, una cellula uovo fertilizzata non presenta alcun segno del tempo.
E’ stato il biologo giapponese Shinya Yamanaka, 10 anni fa, a identificare i quattro geni responsabili del “risettaggio” delle cellule.

"Di sicuro, non sosteniamo che questo nuovo approccio porterà all'immortalità", ha detto Izpisua Belmonte. "Ci saranno probabilmente ancora ostacoli da affrontare in termini di completa inversione dell’avanzamento dello stato di declino fisico. Il nostro obiettivo non è solo aumentare l’aspettativa di vita, ma quella di vita in buona salute ".

Wolf Reik, professore di epigenetica presso il Babraham Institute di Cambridge, che ha contribuito agli studi condotti, ha descritto i risultati come "decisamente sorprendenti" e ha convenuto che l'idea di terapie che allungano la vita sia plausibile. "Questa non è fantascienza, " ha affermato.

Il trattamento rigenerante si è basato su una tecnica utilizzata in precedenza per convertire cellule mature, come ad esempio le cellule della pelle, in cellule staminali potenti, molto simili a quelle presenti negli embrioni. Questi cosiddetti staminali pluripotenti indotti (iPS), sono cellule capaci di moltiplicarsi e trasformarsi in qualsiasi tipo di cellula del corpo, e sono già in fase di sperimentazione in studi mirati a creare "pezzi di ricambio" per i pazienti.
I ricercatori di Salk e il Dott. Izpisua Belmonte hanno impiegato cinque anni per escogitare un sistema atto a somministrare dosi non letali dei geni Yamanaka, e a renderli attivi solo dopo la somministrazione di un certo farmaco contenuto nell’acqua. 
E’ importante sottolineare che le cellule si sono “ringiovanite” senza trasformarsi in cellule staminali, ossia cellule ad uno stadio embrionale, che avrebbero potuto provocare una pericolosa proliferazione incontrollata.

I topi oggetto del trattamento erano affetti da una malattia genetica, chiamata progeria, che conduce all'invecchiamento accelerato, a danni al DNA e a disfunzioni organiche.

Dopo sei settimane di trattamento, i topi apparivano visibilmente più giovani, la pelle e il tono muscolare erano migliorati, tenevano la spina dorsale più diritta, godevano di una salute cardiovascolare migliore, guarivano più rapidamente se feriti, e hanno vissuto il 30% più a lungo della loro aspettativa di vita.

Questo perché i geni, raggiungendo le cellule, hanno ridotto i danni al DNA e la funzione delle “batterie” cellulari, detti mitocondri, è migliorata.

"E’ la prima volta che qualcuno ha dimostrato che la riprogrammazione cellulare in un animale è in grado di creare un effetto benefico in termini di salute e di allungamento dell’aspettativa di vita ", ha dichiarato Izpisua Belmonte.

Tuttavia, l’effetto collaterale della proliferazione incontrollata, giustifica il fatto che i primi a poter beneficiare di questo tipo di trattamento sono le persone affette da gravi patologie genetiche, come appunto la progeria, dove esiste un valido motivo per l’applicazione di trattamenti medici sperimentali. "Ovviamente il rischio di tumore è sempre in agguato" ha detto il Dott. Reik.

L'approccio utilizzato per i topi non può avere per ora un’immediata applicazione sugli esseri umani, in quanto richiederebbe embrioni geneticamente manipolati, ma il team di Salk sostiene che questi geni potrebbero essere abbinati a dei farmaci.
Queste sostanze chimiche potrebbero essere somministrate tramite creme o iniezioni per il ringiovanimento di pelle, muscoli e ossa", dice il Dott. Izpisua Belmonte. " Approcci di natura chimica potrebbero essere impiegati in casi clinici umani non prima di 10 anni."

Le cellule staminali pluripotenti possono essere impiegate nella cura di molte malattie:

dai problemi cardiovascolari, alla cecità, al cancro. Fino ad ora, queste cellule sono state prelevate da embrioni, o ringiovanite; in entrambi i casi, le manipolazioni genetiche portano a tempi di lavoro lunghi, che possono compromettere i risultati e le applicazioni in ambito clinico.

Il gruppo guidato da Belmonte ha portato un’innovazione in questo campo, dimostrando di fatto la possibilità di manipolare i geni all'interno delle cellule e di curare malattie ereditarie come il morbo di Parkinson.

 

Fonti

Le scoperte qui riportate sono state pubblicare nel giornale “The Cell”:
Anti-Aging Strategies Based on Cellular Reprogramming

Tratto e tradotto da Emanuela Ciocchetti da: Ageing process may be reversible, scientists claim
Scientists Say the Clock of Aging May Be Reversible