Il Coronavirus ha creato anche l'emergenza rifiuti

Economia circolare: dalla crisi provocata dal Covid-19 un cammino per costruire una società migliore in cui i rifiuti siano una risorsa.

Per contenere il coronavirus e limitare i contagi, il governo italiano ha emanato un decreto che ha chiuso le attività produttive non essenziali del Paese, creando numerosi disagi.

Coronavirus, emergenza rifiuti ed economia circolare

Coronavirus, emergenza rifiuti ed economia circolare
Coronavirus, emergenza rifiuti ed economia circolare

Uno di questi riguarda il sistema della raccolta differenziata, che sembra essere vicino al collasso. I cittadini, rimanendo in casa, producono circa il 30% di rifiuti in più. I depositi che li raccolgono sono ai limiti della capienza e, secondo il Conai (Consorzio Nazionale Imballaggi) non reggeranno per più di due settimane.

Questo perché il blocco delle attività produttive non essenziali comporta l'interruzione della richiesta dei materiali ottenuti dal riciclo dei rifiuti, come l'acciaio per gli imballaggi, l'alluminio delle lattine, il legno, la carta e la plastica.

L'Italia, riciclando il 76,9% dei rifiuti prodotti, detiene il primato tra le nazioni europee, seguita da Gran Bretagna, Germania, Francia e Spagna.

Gli imballaggi (in plastica, vetro, legno, acciaio, alluminio, carta e cartone) fanno capo a Conai (che comprende a sua volta i consorzi Ricrea, Cial, Comieco, Rilegno, Corepla e Coreve, ognuno specializzato nel recupero di un tipo di materiale);

per la raccolta degli oli e dei grassi animali e vegetali si fa riferimento a Conoe;

per la gestione di batterie e apparecchiature elettroniche c'è Cobat;

Ecopneus recupera i pneumatici mentre Conou si occupa del trattamento degli oli lubrificanti usati.

I consorzi hanno, inoltre, un ruolo chiave nello smaltimento dei rifiuti perché offrono contributi ai Comuni per ritirarli, incentivando gli Enti Locali a sviluppare la raccolta differenziata.

L'emergenza rifiuti: dalla produzione lineare all'economia circolare

L'emergenza rifiuti: dalla produzione lineare all'economia circolare
L'emergenza rifiuti: dalla produzione lineare all'economia circolare

Potrebbe interessarti anche: Dopo l’Emergenza Coronavirus, la Vita potrà continuare come prima?

Il modello economico della nostra società è definito "lineare" in quanto si basa sull'utilizzo di risorse prime e sulla produzione di rifiuti:

ogni abitante della Terra usa più di 11.000 chili di materiali all'anno di cui un terzo si trasforma, in breve tempo, in rifiuto, finendo, per lo più, in discarica.

Il consumo di materiali cresce al ritmo doppio di quello della popolazione mondiale.

Questo modello si sta mostrando sempre meno sostenibile, richiedendo un flusso continuo di beni e di attività per eliminare gli scarti.

Da un lato c'è l'esigenza di tutelare le risorse del pianeta e garantirsi contro un loro esaurimento, dall'altro bisogna considerare che la capienza dei siti per lo smaltimento dei rifiuti è limitata.

Rifiuti e smaltimento

Foto Il Coronavirus ha creato anche l'emergenza rifiuti
Foto 1 per Il Coronavirus ha creato anche l'emergenza rifiuti

Potrebbe interessarti anche: Cosa si nasconde dietro a Greta Thunberg.

Per uscire da un'economia basata sull'usa e getta occorre cambiare il concetto di gestione dei rifiuti per considerarli una risorsa anziché uno scarto, in modo che il valore del materiale venga mantenuto il più a lungo possibile per ridurre l'utilizzo delle materie prime.

L'estrazione e l'uso delle risorse contribuiscono, per oltre il 90%, alla perdita globale di biodiversità e allo stress idrico, generando circa la metà delle emissioni di gas serra globali.

Non bisogna limitarsi, però, alla trasformazione dei rifiuti in qualcosa di riutilizzabile perché, nella nostra società, le attuali difficoltà non sono legate alla scarsità di risorse quanto all'esigenza di contenere i cambiamenti climatici.

È necessario un radicale rinnovamento culturale all'interno della società perché solo l'adozione di stili di vita più sostenibili comporterà un minor consumo di risorse, come il loro riutilizzo e riciclo.

Questo modello si chiama economia circolare.

La circolarità significa rispetto e attenzione per le risorse naturali, riduzione degli sprechi di ogni genere, anche alimentari, riutilizzo dei materiali e abbassamento del consumo energetico in tutte le fasi del ciclo produttivo:

è un modo per uscire dall'emergenza rifiuti creando investimenti, occupazione ed economia sul territorio.

I prodotti dovranno essere progettati, realizzati e gestiti in un'ottica di eco-design con interventi lungo l'intero ciclo di vita del bene e non limitati alla sola fase finale.

Economia circolare e utilizzo dei rifiuti

Economia circolare e utilizzo dei rifiuti
Economia circolare e utilizzo dei rifiuti

Potrebbe interessarti anche: I Pennelli di Mangusta.

Lo scarto di un'attività produttiva può diventare una risorsa per un'altra, così come filiere produttive non sostenibili possono essere riconvertite in nuove.

Si tratta di un approccio che deve essere integrato e rientrare in una strategia complessiva di lungo periodo, in cui ci sia il coinvolgimento di tutte le parti interessate, in modo da evitare che la disinformazione, l'eccesso di burocrazia o la disomogeneità di interpretazione delle norme ne blocchino la realizzazione.

Questo si attua attraverso un'informazione corretta e capillare, diretta a sensibilizzare le scuole, le Università, le comunità locali e, in generale, l'opinione pubblica.

Foto 2 per  Il Coronavirus ha creato anche l'emergenza rifiuti
Foto 2 per Il Coronavirus ha creato anche l'emergenza rifiuti

È, infatti, necessario che i cittadini si impegnino attivamente a modificare i propri modelli di consumo per effettuare scelte consapevoli.

Occorre promuovere e facilitare percorsi di formazione per gli imprenditori che mettono in campo risorse e competenze per dare una svolta sostenibile alle loro attività, così come appoggiare chi svolge ricerche per trovare alternative e soluzioni tecnologiche.

Allo stesso tempo vanno abbattute le criticità di tipo normativo, autorizzativo e di controllo che portano a considerare i residui di produzione come rifiuto anziché come sottoprodotto.

Il Parlamento Europeo di Strasburgo ha approvato, nell'aprile 2018, il pacchetto sull'economia circolare e l'Italia, con la Legge n°128 del 2019, cerca di introdurla, ridefinendo il concetto di rifiuto.

Si tratta di provvedimenti importanti:

per contrastare le conseguenze negative dei cambiamenti climatici e dell'azione umana è necessario rispondere alle emergenze in maniera resiliente.

La resilienza è la capacità di reagire in modo positivo ad eventi traumatici attraverso soluzioni che permettono di riorganizzare la vita, migliorandola.

Una comunità resiliente può ricostruirsi rimanendo sensibile alle opportunità positive offerte senza modificare la propria identità:

anzi, la diversità diventa una caratteristica fondamentale di un sistema resiliente e produttivo, a differenza dell'appiattimento provocato dalla globalizzazione.

Nel caso della nostra nazione, non dobbiamo dimenticare che la creatività e l'ingegnosità italiane, all'origine dell'attuale leadership europea nel riciclo, costituiscono peculiarità uniche con cui elaborare soluzioni e progetti innovativi per applicare l'economia circolare.
Un traguardo consapevole che si può raggiungere solo uniti.

Foto per Economia circolare ed emergenza rifiuti da Wikipedia, Pixabay, Parlamento europeo.