Una mosaicista vulcanica e il calco in gesso

Quante vite diverse, quanti nomi, quanti caratteri, quanti, quanti, quanti…
Questa diversità è imbarazzante quanto meravigliosa… questa è la storia di un’altra amica mosaicista che è venuta da noi ad Indicatore, Arezzo, Toscana, Italia, al Mosaico di Andreina nel maggio 2016.
Ognuno nella sua unicità è speciale e Cinzia Venturini vi assicuro lo è…

È bastato un messaggio su fb un paio di telefonate e Cinzia arriva dalla Svizzera un lunedì mattina con una macchina carica di cioccolate, spatole da lavoro, mattonelle e tanto altro.

Incredibile abbiamo pensato non ci conosce e già ci vizia….

Il bello è che le cioccolate erano dentro una paiola da muratori con un grosso fiocco rosa. Dopo qualche giorno c’era rimasto solo il fiocco perché Don Santi Chioccioli e Borja Blanco Cochon le avevano polverizzate, il rosa si era scolorito tanto le mani lo avevano sfregato per portar via le chicche.

Simpatica sempre sorridente e sempre con la paura di disturbare entra come un panzer nella nostra realtà. C’era sempre stata: ha capito da subito le nostre esigenze e compreso le difficoltà, perché il nostro è un progetto autofinanziato che vive di donazioni in prestazione d’opera, e dopo qualche ora mi brontola dicendomi:

-Andreina non puoi continuare a vivere così. Ti stanchi troppo. Devi riguardarti e devi trovare il modo di sostentare per realizzare tutto questo. È ammirevole tutto quello che fate, ma è troppo sacrificio in queste condizioni.

Ho pensato: già si è affezionata a me e a tutti noi, altrimenti non avrebbe voluto comprendere e cercare delle soluzioni pratiche immediate.

Alla fine poteva trascorrere la sua settimana con noi aiutarci e poi andarsene. Invece no, era costante nel tormentone. Tutti i giorni lavoravamo fino a sera tardi, perché Cinzia è costante in tutto, e dentro la chiesa, oramai diventata casa anche per lei: ci siamo confidate, abbiamo cenato, bevuto e riso.

Una bella settimana, passata con una nuova persona, subito diventata amica, che mi ha parlato della mia chiesa e della sua permanenza come un pellegrinaggio spirituale con se stessa. Con carattere solare ma deciso ha messo in riga tutti! Manifestava un disappunto con estrema facilità, com'era altrettanto sorridente e vivace nel gioco: da noi si dice una “ganza”!

Era meravigliata che ad Arezzo avesse incontrato delle persone che non conoscevano il nostro progetto o il mosaico, stupendosi di tanto assenteismo. E qui un’altra strategia di marketing!

Mamma mia ho pensato, speriamo che quando va in pensione si trasferisca da noi, non solo avrei da imparare, ma sarebbe di grande aiuto… la voglio… la voglio!

Finita la sua settimana e la sua donazione in prestazione d’opera, ci saluta con grande affetto e riparte spedita. Mi telefona al suo arrivo e poi inizia a progettare. Come tutte le creative, una vera macchina da guerra, saggia e piena di ottimismo, che donna!

Mi somiglia un po' per quanto riguarda la dinamicità mentale, Don Santi quando arrivo con una nuova idea notturna mi dice:

Dormi la notte, dormi e non venir qua a stressarci il cervello, dormi. Pensa meno, non se ne può più… Perchè ogni mia idea è una vera impresa titanica.

Così è Cinzia, tornata a casa, un vulcano dalle mille idee, ha imbastito un caos organizzato, ha schiavizzato suocera e genitori alla realizzazione di gadget per la raccolta fondi del Mosaico di Andreina. Ha coinvolto amici e parenti (immagino come), costringendoli a donare e a partecipare: 

chi trovava la stoffa, chi i cordoni, chi le perline, chi... non oso pensare. Ogni giorno ci sentivamo (e ci sentiamo) perché è riuscita a coinvolgere questo e quello...

È andata una settimana in vacanza per costruire e creare per noi e ha convinto una stamperia a produrre segnalibri, cartoline, con sopra immagini, pezzi di mosaico da vendere, di tutto un po, un vero vulcano!

In breve tempo è riuscita a raccogliere mille euro e ha pubblicare su fb questa grande vittoria; contemporaneamente sta lavorando a dei particolari dell’Esodo in mosaico che va inserito all’interno della chiesa sulla parete destra della navata e a coinvolgere una mosaicista tedesca Caroline Jung in tutto questo che verrà presto ad Indicatore.

Quanta generosità, mi fa paura in positivo ovviamente, tanto che un giorno le ho chiesto perché!

Io sono la diretta interessata, penso che questo sia il mio destino, il disegno che hanno deciso per me, ma lei cosa centrava, perché tanto amore? Una settimana era stata sufficiente a trasformare un pensiero in una un’azione, mi ha risposto:

-Sai Andreina, ognuno di noi deve avere uno scopo nella vita. Sono tante le cause che meritano di essere accolte, ma non lo posso fare per tutti, e ognuno di noi sceglie la sua: io ho scelto questa!

A quel punto non mi sono sentita più in colpa, anzi è diventata la persona che riesce ad incoraggiarmi con le sue parole e le sue azioni, che ha sempre un sorriso e che, con dolcezza e decisione, riesce a dar vita e a sostenere un ideale così grande.

Questo progetto artistico sociale, terminato consegnerebbe un luogo magico a molti, a: chi ha bisogno di amore, chi ha bisogno di autostima, chi ha bisogno di un sostegno, chi a bisogno di creare, educare e imparare. Un posto unico dove tutti siamo amici ci troviamo al sicuro e sostenuti, ma soprattutto un luogo dove viene riconosciuta la nostra unicità come importante.

Lei è una che mi sta aiutando in tutto questo, per quello la ringrazio, so che la rivedrò presto anche se è sempre con me, come la madonnina di gesso!

La prossima settimana ci sarà un’altra storia ad aspettarvi. Saluto tutto il pubblico con affetto!

 

Il calco in gesso di una piccola Madonnina

 

La piccola Madonna da tasca nella foto mi è stata regalata anni fa da un amico scultore. Dopo averla restaurata ed abbellita con bassorilievi, ne ho fatto delle piccole copie per sperimentare un calco a silicone fattibile in casa e con materiali comuni in commercio.

Ho preso la piccola Madonna posizionandola su un piano e l’ho pennellata con del sapone liquido più volte. Ho ricoperto la superfice con del silicone sigillante dato a pistola, spalmato con un coltello e fatto asciugare a lungo.

Da parte ho preparato del gesso scagliola che ho versato all’interno dello stampo, precedentemente costruito con delle bacchette di legno che hanno riquadrato a cornice il bassorilievo.

Ho lasciato asciugare la scagliola e rovesciando la colata che ora chiamiamo stampo negativo cerco, aiutandomi con un coltello, di sollevare la piccola Madonna, che grazie all’isolamento creato dal sapone fuoriesce con facilità dal silicone.
Ripulisco l’originale con pennello e poi dell’acqua, prendo in mano il negativo, controllo che il silicone abbia aderito perfettamente alla superfice calcata lo ripulisco, lo posiziono sul tavolo rovesciato e poi passo al calco in positivo, che può essere realizzato in gesso, in creta se sapete dove cuocerlo oppure con delle resine bicomponenti.

Questo metodo base, anche se con materiali professionali, è lo stesso che viene utilizzato per l’esecuzione di calchi di statue importanti o gadgettistica, dove al posto del silicone vengono utilizzate delle gomme bicomponenti che consentono una serialità di copie numerosa.
Prossimamente vi spiegherò il processo della cera persa, che viene utilizzato in oreficeria e nelle fonderie per la realizzazione di gioielli in microfusione nel primo e sculture in bronzo nel secondo.