Le condizioni del sesso

Pensate all’ultima volta che avete fatto l’amore e ponetevi queste tre domande:

1 Ho scelto di farlo?

2 Ho provato dolore, fisico o psicologico?

3 Cosa ho provato dopo, benessere o disagio?

 

Far l’amore significa entrare in intimità fortissima con un’altra persona, intimità di un livello che non si raggiunge con altre relazioni.

Spogliarsi, toccarsi, lasciarsi andare emotivamente al contatto dell’altro, fidarsi delle sue azioni, del suo corpo e della sua emotività.

Dall’atto sessuale può instaurarsi una gravidanza, ma possono anche nascere delle implicazioni emotive profonde, un fidanzamento o un matrimonio, un’appartenenza reciproca o un’implicazione fortemente connotata socialmente e psicologicamente, sono “moglie/marito di” o “fidanzata/o di” oppure “non sono più vergine” o “sono stata violentata”.

L’esperienza clinica di psicoterapeuta mi porta a segnalare tre condizioni basilari della relazione sessuale, tre norme che dovremmo sempre tenere presente nelle nostre relazioni, omo o etero che siano, e periodicamente dovremmo testare, per seguire sia l’evolversi della relazione sia la nostra personale crescita interiore.

La prima regola è la “Scelta”.

Scegliere vuol dire essere consapevoli di ciò che si sta per fare, delle implicazioni e delle conseguenze, biologiche, psicologiche e sociali; implicitamente vi è un’assunzione di responsabilità per le proprie azioni.

Applicando questa prima regola possiamo chiederci:

una bambina di otto anni, data in sposa a un sessantenne, sta scegliendo?

È consapevole delle implicazioni citate prima?

Una donna che viene violentata, sta scegliendo?

Una moglie che semplicemente non ha voglia di sesso ma cede alle insistenze del marito “per quieto vivere”, perché lui poi si arrabbia o la picchia, sta scegliendo?

La fidanzata che non sente di essere pronta a far l’amore ma cede perché ricattata dal fidanzato, “se non lo fai ti lascio”, sta scegliendo?

La ragazzina che lo fa perché tutte lo fanno e lei si sente “diversa”, sta scegliendo?

La bambina o il bambino oggetto di attenzioni pedofile, scioccati da emozioni e atteggiamenti fortemente invasivi e incomprensibili, sta scegliendo?

La seconda regola è “Piacere, niente dolore”.

Se durante i rapporti c’è dolore occorre chiedersi il perché e non proseguire il rapporto.

Il sesso deve dare piacere, è una conseguenza biologica, se invece genera dolore, di certo vi sono condizioni anomale se non patologie. Disturbi fisici come infezioni e infiammazioni possono avere come sintomi proprio il dolore, il disagio e la paura dei rapporti.

Ma anche i problemi emotivi e relazionali possono causare dolore: dispareunia, vaginismo, sterilità o infertilità psicogene, possono indicare un profondo rifiuto dell’altro o dell’intimità sessuale, disagio espresso dal corpo e non dal pensiero o dalla parola.

Il corpo cioè si fa portavoce del disagio emotivo, esprimendolo con dolore, somatizzazioni e chiusura emotiva.

Anche qui occorre chiedersene i motivi, non trascurare tali segnali, che possono denunciare una relazione non ottimale o sbagliata, o una situazione emotiva nevrotica o dolorosa, o un rapporto ambivalente e nevrotico con il proprio corpo.

La terza regola è “Benessere”.

Dopo l’amore si prova una sensazione di benessere profonda, un appagamento, un desiderio sereno di abbracci e di coccole, molto diversi dai desideri dei preliminari, passionali e frenetici.

Se dopo il rapporto non c’è una sensazione di benessere ma di malessere generale, di disagio,

o la sensazione di essere stati usati, o di aver fatto qualcosa che non si doveva, se ci si sente in colpa, se si sente dolore morale, se si sente di essere stati ingannati, di aver subito vessazioni psicologiche, se si sente che l’altro/a, ottenuto quanto desiderava, è mentalmente scomparso, se si percepisce che l’altro non voleva noi come persone ma solo come oggetto di un suo bisogno fisiologico, allora bisogna porsi molte domande sulla relazione.

La moglie che cede alle insistenze del marito per quieto vivere, subisce il sesso senza provare piacere, e durante il rapporto non vede l’ora che finisca, cosa proverà alla fine? Benessere o malessere?

Appagamento o la voglia di girarsi dall’altra parte, mettere la testa sotto il cuscino e addormentarsi presto? La ragazza che cede al ricatto emotivo del fidanzato, cosa proverà alla fine?

Benessere o la sensazione di essere stata ricattata? Sensazione di essere amata o di essere stata usata per un bisogno, qualunque esso sia stato, del solo fidanzato e non della coppia?

 

Alla luce di queste tre regole comprendiamo allora il reale valore del sesso e dell’amore dove anche le relazioni omo trovano la loro corretta dimensione.

E troviamo anche la profonda anomalia dei matrimoni delle donne-bambine, della pedofilia, delle relazioni che si trascinano per decenni dando solo desolante solitudine e profonda sensazione di non esistere come persone ,al fianco di partner che dicono di amarci ma che ci usano per un loro bisogno, spesso nevrotico, che non è certo l’amore.

L’amore e il sesso devono dare piacere e benessere, è una regola biologica.

Devono continuare a darlo anche nelle coppie stabili dove magari l’abitudine o i problemi socio-economici possono alterare l’equilibrio della coppia, in tale caso occorre porsi le tre domande dell’inizio articolo, parlarne insieme al partner, molte volte, anche litigando, magari ricorrendo a uno specialista, psicologo o sessuologo o medico, ricordandoci che abbiamo una relazione con l’altro/a per una precisa scelta e non per dovere e che anche il restare assieme deve essere una scelta, ogni giorno.