Iker Casillas: storia di una leggenda moderna.

Comienza la leyenda”, titola il Marca, parlando di Iker Casillas che lascia il Real Madrid dopo 16 “temporadas” e 19 “títulos” conquistati per andare a giocare nel Porto.

 

Casillas è, come molti suoi colleghi calciatori, un modello seguito e imitato ed i giornali spagnoli si sono affrettati a pubblicare tutti i possibili commenti per trasformare questo passaggio in un evento epocale.

Al di là degli entusiasmi di circostanza e della necessità di vendere quante più copie possibili, il portiere spagnolo può essere realmente considerato un personaggio storico per tutti quei sentimenti ed emozioni che ha saputo trasmettere nel suo paese e non solo. Iker Casillas, amato o odiato dai suoi presidenti di club, ha dimostrato di essere comunque un professionista serio e coretto e queste sono comunque virtù abbastanza rare anche nello sport.

Non è certo un caso che nella sua biografia “IKER, el portero (la humildad del campeon)” sia posta in evidenza l’umiltà di Casillas già nel titolo. Probabilmente conta la creazione di un’immagine commerciale, ma non in modo così rilevante stando a quanto dice qualche suo ex allenatore.

 

Un hombre que vive por y para el fútbol”, lo ha definito Vicente Del Bosque, e nelle parole dell’allenatore ritroviamo i tratti del carattere del giocatore, umile per la disponibilità e per l’impegno, ma ambizioso e determinato nell’inseguire i risultati sportivi.

La storia di Iker Casillas.

Il portiere debutta giovanissimo in prima squadra nel 1999. Sono anni in cui il club della capitale “mangia” portieri a ripetizione.

Nel Real si alternano: Buyo, Cañizares, Lopetegui o Bizzarri, senza che società e pubblico ne restino mai particolarmente incantati.

Iker era diverso, non perché non commetteva errori, ma perché subito si rialzava.

Iker Casillas, non sente il panico da palcoscenico (così dicono di lui) ed è capace di estrarre dal suo repertorio parate spettacolari e prodigiose dopo errori che demoralizzerebbero chiunque.

Come si riconosce una leggenda?

Un modo potrebbe essere la diffusione del nome.

Strana questa abitudine di mettere al proprio figlio il nome di qualcuno che neppure si conosce di persona, ma di cui si ha una stima incondizionata.

Nell’antichità andavano benino nomi come Ercole, Cesare o Ulisse.

In Spagna Iker è diventato un nome alla moda soprattutto dopo che la Spagna ha vinto il mondiale.

Casillas è nato nel 1981, e in quel periodo si contavano in tutta la Spagna poco più di 3000 Iker, oggi sfiorano i 40000 dei quali il 73% nati dopo il 2000, dopo la prima stagione del portiere nel Real..

Le leggende un tempo le creavano gli aedo, magari davanti ad un fuoco, e concludevano le loro imprese su monti sacri o tornado a casa da viaggi impossibili.

Oggi le leggende nascono sui giornali o in televisione e si concludono con un trasferimento aereo. Anche questo è un segno del tempo, un segno tecnologico direi.

L’importante dovrebbe essere l’insegnamento che lasciano: correttezza e serietà non sono male.

 

https://www.youtube.com/watch?v=GFP9khWKKHM