Il lampone, rossa gemma di fine estate

I suoi frutti preziosi, di rubino, maturano tra agosto e settembre e, come arbusto che può raggiungere i 2 metri d’altezza, predilige un habitat fresco, montano o collinare.

Il lamponePur essendo originario dell’Asia Minore, ha ormai colonizzato i boschi delle terre nordiche:

America settentrionale, Europa del Nord, Isole Britanniche e valli alpine italiane.

Ha fusto legnoso ed eretto, con rare spine, e le sue foglie, che presentano la pagina superiore di un bel verde brillante e quella inferiore grigiastra e tomentosa, sono dentellate.

Fiorisce a fine primavera, tra maggio e giugno, con corolle candide a cinque petali, come tutte le altre Rosacee.

Il lampone, il cui nome latino è Rubus idaeus L., in fitoterapia è una specie assai interessante:

i frutti sono ricchi di vitamina C e hanno funzione digestiva.

Le foglie, invece, utilizzate in decotto, giovano contro le stomatiti (si consigliano sciacqui del cavo orale), in caso di diarrea perché sono astringenti e in compressa sugli occhi arrossati e affaticati.

Il macerato glicerico viene prescritto dai medici naturalisti per alleviare i dolori mestruali.

Ma in questo tempo di fine estate speriamo vi sia gradita la ricetta di un vinello che si prepara con i lamponi e che, oltre a essere una gradevole bevanda, ci dona le caratteristiche virtù di questa pianta.

Ingredienti vino e lamponi

Mezzo litro di vino rosso (potete scegliere il tipo che più vi aggrada: noi abbiamo provato a realizzare la ricetta con la bonarda e con il dolcetto);

  • 500 grammi di zucchero di canna;
  • 3 etti di lamponi assai maturi.

Preparazione vino e lamponi

Lavate i lamponi sotto un filo d’acqua corrente: se il getto fosse più violento, spappolerebbe i frutti.

Metteteli a sgocciolare in un colariso, dai buchi fitti. Trasferiteli poi in un’insalatiera di vetro o di ceramica e lavorateli con una forchetta riducendoli in purea. Versate il vino, mescolate e coprite con un telo a trama larga.

Lasciate riposare per ventiquattr’ore in ambiente fresco e aerato.

Il giorno successivo, filtrate.

Procuratevi un imbuto capace e rivestite le pareti interne con uno di quei filtri di carta che si usano per gli alcolici o per altre bevande e che si acquistano comunemente in drogheria.

Infilatelo nel collo di una bottiglia di vetro e cominciate a riempirlo con la mistura di vino e lamponi. Il liquido scenderà a poco a poco.

Ripetete l’operazione sino a che non avrete esaurito tutto il composto.

Travasare in una pentola e aggiungete lo zucchero.

Regolate la fiamma sul minimo e portate lentamente a ebollizione, rimestando di continuo con un cucchiaio di legno.

Quando prenderà il bollore, togliete dal fuoco e lasciate raffreddare.

È preferibile conservare il vino di lamponi in frigorifero, per non troppi giorni.

D’altra parte, si presta a così tanti usi che non sarà difficile consumarlo in breve.

Può essere servito a fine pasto per accompagnare il dessert o al posto del liquore digestivo, si adopera per imbibire savoiardi e pan di Spagna in dolci affini alla zuppa inglese, serve a condire le macedonie di frutta, a decorare il gelato e a quant’altro vi verrà in mente.

Lampone

Curiosità sul Lampone

La bevanda che vi abbiamo proposto è propria delle nostre valli alpine.

Eppure l’utilizzo del lampone la lega con un filo immaginario alle Isole Britanniche, dove questa pianta gode da sempre di particolare stima. E non solo grazie ai suoi frutti prelibati!

In Irlanda ma anche in Galles, ad esempio, con le sue foglie si prepara un antichissimo decotto piuttosto concentrato che si fa bere alle donne nell'imminenza del parto, per attenuare la violenza delle doglie.

Si tratta semplicemente di un rimedio popolare?

Tutt'altro, dato che un certo dottor Whitehouse condusse uno studio, poi pubblicato sul prestigioso Giornale Medico Britannico il 13 settembre 1941, in cui dimostrava che il lampone ha davvero principi attivi idonei a ridurre l’intensità e calmare la frequenza delle contrazioni uterine.

Articolo di Erboristeria Il lampone, rossa gemma di fine estate di Maura Maffei su CaffèBook (caffebook .it)