Dino Buzzati: il rispetto per la natura e l’autenticità dell’infanzia

Il segreto del bosco vecchio è il secondo romanzo scritto da Dino Buzzati.

Una favola surreale che, di primo acchito, sembra lontana dalla realtà e poco credibile. Se però si legge aprendo gli occhi della mente e del cuore, lasciandosi trascinare dal suono evocato dalle parole, regala verità profonde.

 

Dino Buzzati autore del Il segreto del bosco vecchio

Dino Buzzati, Il segreto del bosco vecchio:

Frasi dal libro Il segreto del bosco vecchio A una certa età tutti voi, uomini, cambiate. Non rimane più niente di quello che eravate da piccoli. Diventate irriconoscibili.

La foresta più bella, se pur minore, il cosidetto Bosco Vecchio, era stata completamente rispettata.

In certe notti serene, con la luna grande, si fa festa nei boschi. E’ impossibile stabilire precisamente quando, e non ci sono sintomi appariscenti che ne diano preavviso. Lo si capisce da qualcosa di speciale che in quelle occasioni c'è nell'atmosfera. Molti uomini, la maggioranza, anzi, non se ne accorgono mai. Altri invece l'avvertono subito. Non c'è niente da insegnare al proposito. E’ questione di sensibilità: alcuni la posseggono di natura; altri non l'avranno mai, e passeranno impassibili, in quelle notti fortunate, lungo le tenebrose foreste, senza neppur sospettare ciò che là dentro succede.

Nel racconto gli animali parlano mentre gli alberi sono personificati da geni che assumono le sembianze di uomini e bestie.

Anche il vento diventa un personaggio dotato di voce e pensiero.

Dino Buzzati è un maestro già alla seconda opera:

utilizza un linguaggio suggestivo che trasmette tanto, creando un'atmosfera che riporta all'infanzia.

Nel bosco avviene una cerimonia durante il solstizio d'estate: il vento compone un incredibile concerto facendo vibrare i rami come fossero strumenti musicali.

Solo un grande scrittore è capace di trasformare un vento notturno, foriero di timore e cattivi presagi, in una musica armoniosa e allegra.

Alla festa notturna del solstizio partecipano anche alcuni fanciulli che dialogano col vento, gli animali e gli spiriti del bosco:

il loro animo sa ascoltare il canto della foresta a differenza degli adulti che, crescendo, dimenticano il legame con la natura, rinnegando l'energia vitale che li lega agli altri esseri viventi.

L'infanzia, ingenua e pura, permette di sintonizzarsi col linguaggio universale del mondo: il passaggio all'età della ragione allontana dall'intuitiva percezione dei sentimenti per abbracciare una filosofia di vita che ricerca il profitto, senza interessarsi alle conseguenze delle azioni sulle altre creature, dove avidità e brama di possesso fanno da padrone.

Nel racconto ogni albero è personificato da un genio, la cui esistenza è legata a esso: se viene tagliato lo spirito muore.

Un concetto semplice, ma profondo, che descrive il ruolo di garanzia della vita svolto dalle piante nell'ecosistema.

Un dato che nella realtà viene troppo spesso dimenticato: l'uomo non guarda in faccia a nessuno quando si tratta di realizzare i propri progetti e incassare guadagni.

Nel bosco ci si può perdere e i temporali giungono all'improvviso, ma si percepisce anche la gioia e l'intensità della vita di cui i bambini colgono l'aspetto magico.

I geni avvertono i fanciulli che, quando cresceranno, non saranno più in grado di conversare con loro ed essi chiedono il motivo, credendo di doversi allontanare dalla foresta.

In un certo senso è così: si allontanano dal mondo della fantasia e della creatività per addentrarsi in quello “asettico” della ragione e della convenzione sociale, i cui ritmi non sono più naturali ma forzati e alienanti.

Il protagonista adulto, Sebastiano Procolo, intransigente e severo, si lascerà toccare dallo spirito della natura realizzando che la comprensione e l'affetto per gli altri, siano essi persone, animali o piante, lo aiuteranno a vivere meglio e a trovare una giusta dimensione.

Forse, se non si dimenticassero i segreti rivelati dal bosco, le metamorfosi dei folletti degli alberi e i sortilegi musicali creati dal vento, la vita nella società umana sarebbe un pochino più autentica e piacevole per tutti.

Credo che Buzzati nel segreto del bosco vecchio abbia voluto incoraggiare a cercare, dentro ognuno di noi, quel bambino sorridente capace di guardare alla vita con entusiasmo, a sognare l'ignoto, a immaginare soluzioni incredibili, a ritagliarsi uno spazio di libertà con la fantasia e a credere di poterla realizzare.

Ma invita anche a riflettere sull’importanza di una corretta convivenza tra uomo e natura per il benessere di entrambi, un tema decisamente attuale.