Muhammad Ali: la leggenda del pugilato e non solo.

Nel giorno in cui cade l’anniversario della sua nascita (nacque il 17/1/1942 a Louisville), vogliamo ricordare Muhammad Ali, uno dei più grandi pugili di tutti i tempi, ma soprattutto uno dei grandi uomini di sport, di tutti gli sport e non solo del pugilato che lo ha visto primeggiare.

Quando ci si trova di fronte ad un fenomeno come Muhammad Ali si è soliti interrogarci se sia stato più grande il campione o l’uomo.

Muhammad Alì campione nello sportEbbene, nel caso si può rispondere tranquillamente che è stato grandissimo in pari misura il campione che ha vinto tutto quello che poteva vincere e l’uomo che ha fatto scelte molto coraggiose e difficili e che ha saputo occupare il ring della vita con la stessa passione e grandezza con le quali si è battuto contro i suoi avversari sportivi.

I  successi sportivi di Muhammad  son memorabili, lunghissimo è il loro elenco.

È stato campione mondiale nella categoria dei pesi massimi in tre occasioni: nel 1964,1974 ed infine nel 1978.
Indimenticabili, addirittura epici, alcuni suoi incontri.

Tra essi vogliamo ricordare

la sfida contro Sonny Liston,

i tre aspri combattimenti contro Joe Frazier,

il drammatico incontro del 1974 in Zaire contro il campione in carica George Foreman, col quale riconquistò i titoli persi sette anni prima.

The Ring gli ha assegnato il premio pugile dell’anno nel 1963, 1972, 1974, 1975 e nel 1978.

Ma in questo breve ricordo in occasione del 75°anniversario dalla sua nascita vogliamo rimarcare i tratti salienti della sua grande personalità.

Muhammad Ali prima di essere un immenso campione del pugilato, è stato un grande, grandissimo uomo.

L’episodio che più ci racconta la suo anima, il suo cuore, il suo temperamento è sicuramente quello che lo portò a rifiutarsi di combattere nella Guerra del Vietnam per via della sua religione e della sua opposizione al conflitto.

Per questo, fu arrestato ed accusato di renitenza alla leva, oltre ad essere privato del titolo iridato.

Non combatté per i successivi quattro anni. L'appello di Alì fece strada sino alla Corte Suprema degli Stati Uniti d’America, che annullò la sua condanna nel 1971.

La sua battaglia come obiettore di coscienza lo fece diventare un'icona nella controcultura degli anni sessanta.

Quando era all’apice della sua carriera sportiva,Muhammad Ali, ha compiuto un gesto che costò tantissimo al campione e lo ha compiuto con la lucida consapevolezza delle conseguenze che quel gesto avrebbe comportato.

Non fece calcoli, ascoltò la sua anima di ribelle, il suo cuore di combattente, diede un pugno, uno dei suoi pugni assassini, alla guerra, alla guerra ingiusta contro il glorioso popolo vietnamita.

Seppe accarezzare la pace, la giustizia con la stessa intensità con quale metteva i suoi rivali k.o. sul ring.
Divenne, oltre che un'icona nella controcultura degli anni sessanta come detto prima, un preciso e deciso punto di riferimento per il Potere Nero.

Fu vittima della sindrome di Parkinson che lo portò ad un lento ma inesorabile declino fisico.

Commoventi le immagini della sua partecipazione alle Olimpiadi di Atlanta 1996 nel momento in cui accendeva la torcia olimpica.

L’uomo che aveva fatto della potenza fisica, specie quella del suo pugno micidiale, non ebbe paura a mostrare il suo tremolio quando ormai il terribile morbo lo stava consumando giorno dopo giorno.

Quando accese la torcia e fu l’ultimo tedoforo emozionò il mondo intero.

Forte e stridente fu il contrasto tra il campione che abbatteva i suoi avversari sui ring di tutto il mondo e l’uomo tremante che partecipò a quell’Olimpiade, ma c’era la stessa coerenza, lo stesso coraggio!

Morì il 3 giugno 2016 quando non aveva ancora compiuto 75 anni, Dio si è preso il suo campione ma il suo ricordo è ancora vivo nei cuori di tantissimi sportivi e nell'anima di molti uomini, soprattutto di quelli che amano la giustizia!

Questo è stato Muhammad Ali da vivo, questo continua ad essere per tanti di noi anche dopo la sua morte.

Questo capita soltanto con i grandi campioni, i campioni dello sport più difficile e complicato: quello di essere grandi, grandissimi uomini.
E lui è stato un grandissimo uomo, ancor prima di essere un immenso Campione di box!

La partita col male

Ricordo ero ragazzo,
tu arrivasti irruento,
come un infido razzo,
cattivo e invadente.
Io fui cortese, ospitale,
tu volevi farmi del male,
cambiò la mia vita,
da allora tutta in salita.
Scalavo l’irto monte
con gioia e dolore,
con la dolce speranza
sempre nel cuore.
La sorte si era accanita,
triste divenne la vita,
ora si trascina stanca,
e fra poco, lo sento,
alzerò bandiera bianca.
Ma il tempo non è scaduto,
mancasse solo un minuto
un goal ti voglio segnare
irriducibile, perfido male!