Violenza, videoludica o pregiudizio?

Ultimo Boss della serata. Mi accingo con cappa e spada e fomento le mie dite sul joypad alla ricerca dell'agognata vittoria e dell'atteso premio. Quindi dopo alcune sferzate, colpi di skill e fendenti a sorpresa, vedo il nemico inginocchiarsi e perire poco dopo riempiendomi di gloria. Spengo e soddisfatto della mia oretta di svago, e tengo a sottolineare svago, capirete perché nel resto dell'articolo, richiudo il gioco nella sua custodia. Elemento chiave che il mio sguardo capta come ogni volta che ripeto questo gesto, una scritta grande quanto un pollice di una mano "PEGI 18".

 

Capiamo cosa vuol dire: cioè che chi ha meno di 18 anni non può accedere a quel gioco. Ovviamente per i contenuti volgari, violenti e quant'altro... E ci sta tutta...

Mi viene alla mente un'articolo, nel mentre, di una pediatra che aveva salvato il figlio dall'acquisto di un videogioco oramai condannato dal mondo intero per la sua crudeltà nell'universo virtuale...GTA V. lo conosciamo tutti.

Questa donna ammette di aver dovuto prenotare di persona, in quanto serviva un adulto in questo negozio, per poter acquistare il gioco... ovviamente lei non era a conoscenza dei contenuti del videogame e solo per caso fortuito (ma guarda un po') viene a sapere della quantità di inadeguatezze per il figlio di 11 anni che glielo aveva chiesto con ardore.

Nell'articolo viene descritta l'elevata quantità di linguaggi volgari, violenze, e contenuti tali come droga e armi presenti in esso. Quindi abbiamo un ulteriore demonizzazione e una grande ignoranza comunicativa da parte di un genitore o di un paladino che si erge per "salvaguardare" l'innocenza dei ragazzini al di sotto del PEGI... tombola... il PEGI... ci sarà un motivo per cui quel bollino rosso con un certo numero all'interno è appiccicato alla custodia? Perchè mai ci si sente in dover di condannare un titolo, come in una sorta di caccia alle streghe, se quel titolo non va a toccare persone di età inferiore al PEGI indicato?

Questa gente è pronta ad attaccare e condannare un mondo che non conosce e non solo, non spreca neanche il tempo per spiegare al proprio figlio che in realtà e tutta una finzione. Se questa ignoranza comunicativa fosse presente davvero non ci sarebbe neanche bisogno di un bollino che consigli l'età adatta a giocare. Ricordiamo che si parla di Giocare.

Quanto al PEGI.

Molti di voi staranno ora dicendo "perchè il commerciante vende un gioco se non dovrebbe?!" attenzione... il PEGI non vieta la vendita, ma consiglia l'età adatta all'utilizzo del videogioco... la domanda adatta sarebbe " Chi ha dato i 70 euro al ragazzino di 11 anni per comprarlo?" non credo che un genitore non domandi a cosa gli possano servire quei soldi. Ma la cosa più bella non è neanche questa.

A detta di un commerciante, in una discussione inerente di 2 ore trovata su youtube con alcuni youtubers e persone nel campo videoludico, dopo aver fatto presente ad una mamma che era interessata all'acquisto per il figlio di 10 anni, che il gioco era adatto ad un pubblico adulto, la risposta di questa donna è stata:" Si vabbe' non fa nulla, gli amici di mio figlio lo hanno".

Ora non diamo la colpa a uno strumento di intrattenimento considerato troppo violento, quando la violenza non è di certo stata inventata dai videogiochi. Domani con cosa dovremmo prendercela? con i film? con qualche libro, vietandoci così persino di immaginare cosa leggiamo? con le canzoni?

Se c'è della violenza è nella società in cui viviamo ogni giorno e non sarà di certo prendendocela con un videogame a tappare questa falla nel mondo, giacché è sempre esistita e basta aprire Facebook per vederlo (nessuno invece condanna lui? abbastanza insolito data la melma crescente che si annida oramai lì)

Credo sia più idoneo come dicevo prima "interagire" con i ragazzini e provare con loro qualsivoglia gioco per aiutarli a comprendere che ciò che stanno vivendo in realtà e solo pura invenzione e null'altro. E deve essere un semplice svago senza troppe pretese. In conclusione, evitando di essere troppo prolisso, il vero problema credo sia la mancanza di comunicazione e l'ignoranza, nel senso di come mancata conoscenza di ciò che si ha dinanzi, del videogioco, senza contare la mancanza eccessiva di attenzione da parte dei genitori riguardo l'età da destinarsi a determinati prodotti videoludici.

Ripariamo a queste vere violenze e poi guardiamo con occhi diversi, senza veli alcuni, questi svaghi cosi troppo additati