L'amore è un pregiudizio?

I sondaggi e i test più disparati impazzano in estate ed è di questi giorni, su una importante rivista femminile,

uno sui tabù in amore degli italiani.

Le opzioni alla domanda sono state se il fenomeno è tabù, se provoca resistenze a essere accettato, se ne provoca meno rispetto al passato e infine se è accettato.

I dati emersi sono stati, ahimè, piuttosto scontati. Mettendo mano ai numeri, senza tuttavia dimenticare che dietro a essi si celano persone pronte a giudicare e ferire, si apprende che il più grave tabù è l'adozione da parte di una coppia gay e l'amore con una figura religiosa, comportamenti negati dalla legge italiana e da quella canonica.

Anche l'adozione da parte di un single provoca grandi resistenze (60% circa) e ciò mi ha lasciato molto perplessa perché di fatto non vedo molta differenza tra crescere un figlio da solo rispetto che con un ex coniuge indifferente o pasticcione.

In netta fase di accettazione l'amore nella terza età – in un paese di vecchi sarebbe una contraddizione in essere – e tra persone di età differenti. A me sembra inverosimile che otto persone su cento abbiano potuto considerarlo un tabù.

Alcune domande invece rasentano l'assurdo come l'amore per una persona disabile. Viviamo in una società in cui il politicamente corretto sulla disabilità è quasi un mantra. Allo stesso tempo è una società dedita all'apparenza. Ciò che non è perfetto va scartato come mele asimmetriche al supermercato.

Sono certa che gli intervistati che hanno considerato tabù l'innamoramento per un disabile sarebbero i primi a scagliarsi contro chi abbandona il partner in seguito a un infortunio.

La pietà è ben accetta, l'amore no.

È considerato tabù per il dodici per cento il ricorso alla maternità surrogata per una coppia non fertile e per l'undici per cento l'ammissione di tradire il proprio partner e restare comunque insieme.

La riflessione post lettura è stata che le persone farebbero meglio a farsi gli affari loro. Io sono per mia natura il tipo “vivi e lascia vivere” pertanto ognuno è libero di innamorarsi e essere felice nella maniera che ritiene più opportuna.

Il punto è che, secondo me, i pregiudizi non hanno mezze misure.

Non ci si può considerare non omofobi e poi pensare che sia tabù che una coppia omosessuale abbia dei figli.

Nel momento stesso in cui si pensa nasce la discriminazione. Tu disabile, gay, vecchio, brutto, musulmano, sterile sei diverso, pertanto non puoi ambire alle medesime possibilità di chi rientra nella categoria del normale.

Comprendo che non tenere conto delle sfumature di grigio in un'epoca in cui vanno di moda possa disturbare. Sono consapevole che ciò che può sembrare diverso desta curiosità, io per prima per deformazione professionale osservo curiosa atteggiamenti, pose, comportamenti della varietà umana che mi circonda, ma è nella diversità che ritrovo la mia umanità, non certo nell'omologazione.

Per millenni la specie umana ha fondato la sua evoluzione su combinazioni nate più dalla necessità che dall'amore per il simile.

L'amore romantico è sorto insieme ai romanzi d'appendice di qualche secolo scorso e dalla loro trasposizione cinematografica, pertanto se vogliamo liberarci dai tabù che ci hanno propinato al pari del cibo spazzatura, dimentichiamo la famiglia perfetta del mulino e spogliamoci dalla perfezione del photoshop.