Madre Natura e il suo figlio degenere

Giacomo Leopardi ebbe rapporti alterni con la Natura:

giovane poeta straordinariamente maturo, vide in lei la propria consolatrice, contemplando nel volto della Luna quella serenità che non riusciva a trovare in nessun altro luogo;

ma quando il suo dolore non poté più essere alleviato mediante l’idillio con essa, cominciò a sentirla come matrigna indifferente e ad accusarla di non amare affatto il genere umano:

Immaginavi tu forse che il mondo fosse fatto per causa vostra? Ora sappi che nelle fatture, negli ordini e nelle operazioni mie, trattone pochissime, sempre ebbi ed ho l’intenzione a tutt’altro, che alla felicità degli uomini o all’infelicità.

Quando vi offendo in qualunque modo e con qual che sia mezzo, io non me n’avveggo, se non rarissime volte:

come ordinariamente, se io vi diletto o vi benefico, io non lo so; e non ho fatto, come credete voi, quelle tali cose, o non fo quelle tali azioni, per dilettarvi o giovarvi”.

(da Giacomo Leopardi, Operette morali – Dialogo della Natura e di un Islandese)

Giacomo Leopardi, Operette morali – Dialogo della Natura e di un Islandese

Trump e i trattato di Kyoto e di Parigi

La Natura, cambiamenti climatici

La natura, i cambiamenti e i trattati

Per contrastare il cambiamento climatico fu sottoscritto l’11 dicembre 1997 il Protocollo di Kyoto entrato in vigore solo il 16 febbraio 2005 dopo l'adesione della Russia.

Il contrasto al cambiamento climatico, doveva avvenire contribuendo alla riduzione delle emissioni di CO2 in atmosfera che sono il principale costituente dell’impronta ecologica umana.

La Natura sta cambiando

L'ultimo rapporto IPCC (Intergovernmental panel on climate change) appena pubblicato conferma con nuove evidenze scientifiche i dati sui cambiamenti climatici e che la causa dominante del riscaldamento è costituita dalle attività umane. Le conclusioni più importani sono:

Gli ultimi tre decenni sono stati i più caldi dal 1850.

Le modifiche climatiche previste per i prossimi anni sono:

  • aumento delle temperature globali compreso tra 2 e 4 gradi entro fine secolo;
  • aumento del livello medio del mare da 50 ad 80 cm entro fine secolo.

Oggi l’accusa va rovesciata: colui che compie azioni senza curarsi affatto della Natura è proprio l’uomo.

Tuttavia, se l’Islandese di leopardiana memoria dimostra la propria impotenza di fronte alla furia scatenata degli elementi, la Natura, colpita e sconvolta oltre ogni limite, manifesta la propria ira sempre più di frequente. La partita è tutt’altro che equilibrata:

possibile che ci volesse il genio del poeta di Recanati per accorgersene?

Il cui canto venne tuttavia ignorato, dato che i suoi posteri, in preda a un insano delirio di onnipotenza, non seppero cogliere l’aspetto profetico delle sue parole.

C’era una volta il Protocollo di Kyoto, con le rosee aspettative che esso generò; poi vennero gli Accordi di Parigi [2] e tanti altri bei discorsi saranno profusi anche per l’avvenire.

L’elezione di Donald Trump costituisce uno schiaffo tremendo per l’ecologia planetaria, ma anche molte altre potenze hanno glissato o chiesto eccezioni e rinvii per le misure anti inquinamento di portata maggiore.

Rimandare significa: “Che ci pensino le future generazioni”.

È però troppo tempo che si ripete questo leitmotiv.

Un grande filosofo del Novecento, Hans Jonas, si pose il problema già alla fine degli anni Settanta, nell’opera Il principio responsabilità. Ricerca di un’etica per la civiltà tecnologica;

egli definì l’uomo come un “Prometeo scatenato”, che ormai sta minacciando la vita stessa del pianeta;

egli propone una nuova “etica della responsabilità”, volta a spostare l’attenzione dall’uomo alla natura, affinché si eviti, per egoismo, di compromettere la possibilità di sopravvivenza dei nostri nipoti.

Catastrofismo? Esagerazioni isteriche? Così controbattono quanti tale responsabilità di prevenzione non vogliono proprio assumersela.

Così, più passa il tempo, più si deve constatare che Jonas aveva visto giusto.

La Natura, ferita, si rivolta in tutti i modi;

e dimostra ancora una volta di essere lei la più forte.

Se molti ecosistemi periranno, se un numero tragico di specie scompariranno, lei ci sarà sempre: e sarà stato l’uomo, il suo figlio degenere, a sfigurarla fino a provocare in lei la forza della più brutale nemesi.

Se ci negherà la pioggia o ci colpirà con le inondazioni, se vorrà scrollarsi di dosso l’umanità con i terremoti o sommergerla con gli tsunami, uscirà vincitrice dallo scontro.

Le multinazionali e le grandi potenze economiche avranno preservato i propri profitti; ma a questo punto dovranno rispondere a una domanda: cui prodest?

Non certo a chi deve sopravvivere in un mondo sottosopra, in piena tempesta.

Eppure Giacomo Leopardi ve l’aveva detto che, dinnanzi alla natura, voi uomini non siete nulla.

Articolo Madre Natura e il suo figlio degenere di Sabrina Granotti su CaffèBook (caffebook .it)

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Fonti utili: Wikisource Operette morali/Dialogo della Natura e di un Islandese