Dagli Appennini alle Ande e dalle Ande agli Appennini

Dagli Appennini alle Ande

Il racconto del mese di Maggio è uno dei più celebri del "Cuore" di De Amicis: si intitola "Dagli Appennini alle Ande" e narra di un ragazzo di appena 13 anni, Marco, che parte solo da Genova alla ricerca della madre, emigrata in Argentina per lavorare, della quale da un bel po' di tempo non si hanno più notizie... 

Questo racconto risale al 1889, quando gli emigranti eravamo noi; ora la situazione si è ribaltata, quindi ai giorni nostri dovremmo scrivere:

Dalle Ande agli Appennini

 

 

immigrazione al tempo del libro Cuore

Dagli Appennini alle Ande

... La donna era a servizio presso una famiglia benestante e inviava periodicamente a casa una discreta sommetta, destinata a pagare i debiti del marito; ma all'improvviso sembra svanita nel nulla.
Marco si imbarca su un bastimento diretto in America Latina; vedendo sparire la sua Genova, sempre più lontana, gli si stringe il cuore. Un sentimento sperimentato da milioni di emigranti, in tutto il mondo. Solo in mezzo all'oceano e angosciato dalla paura che la madre possa essere morta, il ragazzo giunge a Buenos Aires, per scoprire che la ricca famiglia argentina si è trasferita a Cordova. Inizia così un lungo e faticoso viaggio attraverso quel Paese sconosciuto, un altro mondo nel vero senso della parola. Il piccolo Italiano troverà diversi connazionali disposti ad aiutarlo; per quel che riguarda la gente del posto, da alcuni verrà respinto e umiliato, da altri soccorso.
Raggiunta Cordova, una nuova delusione: la ricca famiglia si è spostata nuovamente; occorre dunque un ulteriore rocambolesco pellegrinare nel cuore dell'Argentina, che mette a dura prova la resistenza fisica e psicologica di Marco. L'ultimo tratto, che è anche il più massacrante, lo conduce a Tucuman, nella regione Andina. La madre è stata colpita da una pericolosa malattia, aggravata dalla disperazione di non avere più notizie dei suoi cari; per questo rifiuta l'operazione che può guarirla. Marco giunge infine stremato, ma in tempo per convincere la donna, con la sua sola presenza, a farsi operare. Il dottore gli dirà che è stato lui, con il suo arrivo, a salvare la vita della madre.

Potremmo ipotizzare un ragazzino di nome Marcos che parte da un Paese dell'America latina, magari il Perù o l'Ecuador, per rintracciare la madre che lavora a Genova come badante di una persona anziana.

Immigrazione nelle carrette del mare

Articolo Dagli Appennini alle Ande e dalle Ande agli Appennini di Sabrina Granotti su CaffèBook (caffebook .it)

 

Marcos potrebbe fare oggi il percorso inverso rispetto al piccolo genovese; certo le navi sono più veloci, ma essere soli, circondati dalle acque oceaniche, dopo aver visto svanire casa propria, non è di certo un'esperienza meno dura.

Anch'egli troverebbe concittadini disposti a prendersi cura di lui, alcuni Italiani benevoli, altri decisamente ostili, pronti a maltrattarlo in quanto "straniero indesiderato". Ma non è riscrivere il racconto partendo dall'emisfero australe per giungere a quello boreale lo scopo che ci prefiggiamo.

In una classe del 2016 non serve un romanzo, un'opera di fantasia per descrivere l'epopea di tante persone e soprattutto di tanti bambini e ragazzi che affrontano un viaggio intercontinentale.

Talvolta anche per raggiungere i genitori; più spesso scelti dalla famiglia nella speranza di offrirgli l'occasione una vita migliore, lontana da guerre, fame, malattie che si curano con gli antibiotici, ma gli antibiotici bisogna averli.

Potremmo allora scrivere "Dalla Siria alla Germania", oppure "Dal Mali alla Francia" o ancora "Dal Pakistan all'Inghilterra".

Tanti viaggi della speranza pieni di insidie, che non di rado si concludono con la morte ma che si è costretti a tentare. Basta un articolo, un reportage giornalistico, un collegamento ad Internet, per trovare centinaia e centinaia di storie simili. Tutte vere.

Potremmo infine dire al nostro Marco italiano del XXI secolo che, se fosse nato poco più di un secolo prima, sarebbe forse toccato a lui salire su un bastimento. E gli sarebbe pure andata bene, sempre meglio di un gommone o di una "carretta del mare" condotta da uomini violenti e senza scrupoli.

È proprio quello che dobbiamo fare: raccontare storie di quotidiana migrazione, far comprendere ai giovani che un destino crudele non è sempre riservato agli "altri".

 

 

Articolo Dagli Appennini alle Ande e dalle Ande agli Appennini di Sabrina Granotti su CaffèBook (caffebook .it)

(foto da diss-duisburg.de, wikipedia.org)