Quando si spegne una stella...

Si prova tristezza e un senso d’impotenza quando un compagno sta molto male, è addirittura in agonia.

 

La vita del piccolo muratorino si sta spegnendo a poco a poco, i suoi occhi non vedranno più la luce, non potrà più fare il muso di lepre su questa terra, magari lo farà in cielo e farà sorridere gli angeli. I suoi compagni provano un tuffo al cuore, si sentono schiacciati da un peso enorme quando vengono a conoscenza di questo tragico evento.

 

In questo piccolo mondo vario di scolari spensierati, continuamente mutevole (ma pur sempre uguale) entra inaspettatamente il tragico mondo della sofferenza, il terribile mostro del dolore.
Alcuni compagni decidono di andare a trovarlo e, dietro suggerimento di Garrone (il gigante buono) mettono assieme i pochi spiccioli che hanno per comprare tre belle arance da portare al piccolo malato.

Sono capaci di provare empatia e senso di umana fratellanza.

Tutti siamo figli di Dio e un certo senso di solidarietà dovrebbe regnare fra gli uomini. Penso che anche nella società odierna, mettendo da parte egoismo e indifferenza, si possono rompere barriere e si può trovare la strada della solidarietà, della comprensione e della compassione.

Nel piccolo letto di ferro il muratorino è così pallido che nemmeno si riconosce più.

Garrone gli mise un’arancia sul cuscino, accanto al viso: l’odore lo svegliò, la pigliò subito, ma poi la lasciò andare, e guardò fisso Garrone. - Son io, - disse questi, - Garrone: mi conosci? - Egli fece un sorriso che si vide appena, e levò a stento dal letto la sua mano e la porse al compagno.

Questo è un gesto molto bello e nobile compiuto da questo ragazzo dal cuore d’oro.

Garrone è il personaggio del libro cuore che più di tutti attira l’attenzione, per il suo animo nobile, per la sua generosità. È in grado di provare empatia e pietà verso chi soffre, verso il piccolo e sfortunato compagno che sta per perdere la sua preziosa vita a causa di una grave malattia.

Questo adolescente dimostra che non è necessario essere ricchi per fare qualcosa per gli altri ma i più poveri sono spesso i più generosi, i più buoni.

Anche nella società attuale possiamo essere in grado di trovare la via della solidarietà, non è vero che i giovani di oggi sono più egoisti. Molti di loro sono impegnati in attività sociali e di volontariato, però il bene non fa notizia.

Ci sono poche cose che lasciano nel cuore una ferita profonda come la morte di un fanciullo.

È una sofferenza atroce che riduce il cuore in cenere.

Nell’ottocento morivano molti fanciulli a causa di malattie infettive, oggi sono state debellate con una migliore alimentazione, con l’igiene appropriata e (soprattutto) con le vaccinazioni obbligatorie. Però, anche oggi, bambini muoiono a causa di tumori o altre malattie ed è terribile assistere alla malattia e poi alla morte di questi piccoli angeli e ogni volta che un bambino muore una stella perde la sua luminosità, il cielo diventa più scuro, forse perché sparisce un pezzetto di futuro.

Perché ancora oggi (nella nostra società che riteniamo avanzata) tanti bambini devono morire di tumore?

Perché nei paesi del terzo mondo molti piccoli e dolcissimi fanciulli muoiono ancora per mancanza di cibo e d’acqua?

Sono domande che lasciano sgomenti, che fanno urlare l’anima.

La malattia di Antonio (improvvisa e crudele) , la sua agonia, il suo viso emaciato e cereo rendono i compagni ammutoliti. È diventato diverso... non sembra più il compagno simpatico e divertente e loro... non sanno cosa fare, come devono comportarsi e una grande angoscia scende sui giovani cuori.

Il padre li manda via, non vuole fare assistere i ragazzi all’agonia del figlio, è una cosa troppo intima e dolorosa. Per i genitori è un continuo calvario. Sapere di dovere perdere un figlio è una prova molto dura, devastante.

Non appena incominciano a scendere le scale però il padre del piccolo Antonio incomincia a gridare e chiama Garrone per avere aiuto e conforto dicendo che il figlio ha chiesto di lui, del gigante buono, che desidera vederlo.
Garrone non se lo fa ripetere due volte, saluta i compagni e generosamente entra nella povera soffitta per prestare il suo prezioso aiuto.

Penso che la figura di Garrone dovrebbe essere presa ad esempio anche dai ragazzi di oggi.
Gli episodi del libro “Cuore” dovrebbero essere studiati in tutte le scuole primarie per imprimere nelle giovani menti sentimenti nobili d’amore e di compassione verso chi soffre, verso chi sta male e combatte per la vita.

 

(foto da Angolo della memoria)