A Papa Francesco un mosaico, a noi l’avventura dell’anno!

 

L’altra sera pensavo ad un anno fa e all’avventura storica che abbiamo vissuto il 16 gennaio 2016.
MCL (Movimento Cristiano Lavoratori) provinciale di Arezzo a dicembre 2015 mi commissiona un’opera, un mosaico da consegnare al nostro Papa Francesco per un’udienza privata in Sala Nervi in Vaticano a Roma... Ero emozionatissima, non sapevo da dove iniziare, cosa pensare… io che realizzavo un opera per la persona più importante e conosciuta del mondo! E chi ero io per creare un’opera degna del simbolo della fede cristiana cattolica nell’universo!

Il mio amico Luigi Zampini corre dalle Paoline acquista due libri che mostravano il Papa in ogni situazione e momento, 400, 500 foto... Ero impazzita, non c’era niente che mi soddisfaceva.

Troppo sorridente, poco visibile, sommerso da persone, niente… non trovavo niente. Poi i tempi erano strettissimi, avrei dovuto consegnarlo entro il 10 gennaio perché un responsabile MCL recandosi a Roma lo avrebbe portato in anticipo... come al solito una lotta contro il tempo per me.

Infatti mi definisco “la donna che corre contro il suo nemico, il tempo”.

Acquisto una tavola di legno spesso, ed inizio a disegnare con quattro schizzi un volto amorevole che con la testa china guarda e bacia un bambino, per me era l’espressione più umana per descrivere un amore così grande, quello della tenerezza.

Ho realizzato il mio mosaico in pasta di vetro (vedi in fondo la tecnica), con tessere irregolari e molto colorate non dando la solita connotazione tradizionale, perché l’amore è colore, le ombre non saranno mai brune ma blu, rosse con colori vivaci e a volte tenui, un ritratto moderno che descrive la nostra contemporaneità e i colori del paese di nascita di sua Santità.

Ho lavorato delicatamente, cercando di rendere prezioso anche il piccolo dettaglio, tagliavo le tessere del mosaico una a una montate come fossero pietre preziose, lo guardavo, lo riguardavo ad ogni luce, cercando difetti.

Poi ho preparato il mio catalogo ed una confezione che contenesse questa tavoletta tanto preziosa, realizzata con panno di feltro con sopra cuciti sette nastri che avrebbero dovuto chiudere sette sigilli, ricordando l’Apocalisse di San Giovanni ed essendo sette il numero di Dio.

Mentre elaboravo il contenitore mi sono ricordata che davanti a tanta santità ci troviamo difronte ad un uomo “umano” che vive di necessità primarie, e cosa farà appena alzato al mattino: colazione! Quindi ho corredato il regalo con una tovaglietta in mosaico da colazione, era il modo più tenero di dirle “le sono vicino” come una figlia.

Purtroppo mi avvisano che l’ambasciatore di MCL non potrà consegnare l’opera e che saremo noi a doverla portare direttamente al desk della Sala Nervi, ai responsabili dei doni.

Partenza 16 gennaio alle quattro del mattino, eravamo io, Don Santi Chioccioli, Mina Rossi, Luciana Zuma Bigoni, Marco Guerrini, Massimo Nasorri, Luigi Zampini e un’altra amica, pronti per questo breve viaggio che si è trasformato in un’avventura.
Arriviamo a Roma alle ore 8,00 e dopo tre ore di fila dove ho visto solo spalle e schiene perché protetta dal freddo da persone più alte, siamo arrivati al controllo della sicurezza e dirottati verso piazza San Pietro. Dopo qualche secondo ed un avviso proclamato da una voce all’altoparlante veniamo informati che non c’è più posto in Sala Nervi! ...no …no

Presi dallo sgomento misto a delusione ci siamo soffermati a riflettere, e dopo poco siamo corsi a chiedere informazioni prima alla polizia, poi alle Guardie Svizzere, hai Cavalieri di Malta ed infine ci siamo precipitati dopo indicazioni al Responsabile della Sicurezza, pregandolo di ascoltarci.

Eravamo tutti emozionati e speranzosi, avevamo un carico prezioso da consegnare, dopo averci ascoltato e chiesto chi eravamo abbiamo farfugliato frasi impossibili, ci diceva: chi sei tu? Il prete, e tu? L’artista dell’opera, e tu? L’amico dell’artista, e tu? L’amica dell’artista. Dopo poco rendendosi conto della situazione ha avuto pena di otto sbandati dalle facce oneste e sincere piene di desiderio nel compiere un gesto e mantenere una promessa.

Abbiamo passato il metal detector, ci hanno indicato dove entrare, abbiamo consegnato l’opera che è stata riposta su di uno scaffale e poi recati in Sala Nervi delusi dall’aver consegnato in ritardo un dono che è costato amore e sacrificio, ci accomodiamo a sedere.

Dopo poco vedo arrivare Luigi Zampini e Luciana Zuma Bigoni mosaicista e amica con il pacco in mano e andare verso la scalinata che dà accesso al palco dove si sarebbe seduto Papa Francesco. Sono riusciti a convincere le guardie di ogni settore ad avanzare per la consegna e dopo lungo penare erano lì, davanti ha diecimila persone proprio sul primo gradino in attesa che qualcuno li aiutasse a riporre sul tavolo il dono.

In quel momento… il nostro gruppo ha realizzato… e immersi in questo silenzio ovattato alla presenza di migliaia di persone ci siamo guardati e commossi sentendoci dei veri eroi, per un giorno tutti insieme avevamo fatto qualcosa di veramente speciale!

 

Il mosaico in pasta di vetro

Le paste di vetro si trovano in commercio in lastre di spessore che variano da due a tre millimetri, anche se industriali mantengono una fattura artigianale perché le colate rendono ogni lastra unica per colorazione e sfumatura.

Possono essere trasparenti, specchiati, con viraggi metallici, pastello, iridescenti, varie le tonalità, dai toni caldi a freddi, colori animali, floreali, si lavorano con pinza a rotelle in widia per tessere irregolari oppure con il diamante per ottenere strisce della misura desiderata per tessere regolari, si applicano con collanti vinilici, siliconici, o paste cementizie a seconda se collocati in esterno o interno.

E’ un materiale dall’aspetto prezioso.