La scheggia e l’anima del mosaico

Tessere mosaico, schegge e tante lacrime

Sono rientrata da poco dal Pronto Soccorso, diagnosi : una scheggia di vetro “colorato” nell’occhio. Era da stamattina che sottoponevo una delle mie due luci a continui lavaggi, era diventato piccolo come quello di una talpa appena nata. Non lo riconoscevo più: da azzurro-verde era diventato rosso. Mi ero trasformata nella figlia del diavolo!

Mosaico La Visione di Ezechiele, il più grande del mondoEro così nervosa ed arrabbiata che mi sono messa a piangere a dirotto. La benda, improvvisamente, è diventata gonfia di crema antibiotica e lacrime. Aveva iniziato a versare quando, ad un certo punto, la scheggia di vetro, che non erano riusciti a eliminare, è fuoriuscita.

Ho ringraziato Dio dicendogli che era una fortuna avermi fatto nascere donna, perché le donne piangono sempre, ogni circostanza è buona e, alla fine, se ci pensate bene è destressante, specialmente per me.

A proposito di lacrime, i primi tempi nel 2013, quando ho iniziato con la richiesta di aiuto in prestazione d’opera al mio mosaico ad Indicatore, ad Arezzo, ( che vi ho raccontato parlandovi del primo mosaico sulla Visione di Ezechiele) avevo tra i miei estemporanei artisti una ragazza all’incirca della mia età.

Settimanalmente si sottoponeva a chemioterapia e trovava normale, uscita dall’ospedale, per nascondere al figlio, allora adolescente, il dolore fisico procurato dalla cura, venire a fare il mosaico. Per me era diventato un appuntamento fisso con il pianto. Dopo due minuti dal suo arrivo iniziavo disperata, mentre lei invece tranquilla mi chiedeva che mattonelle doveva rompere, come e dove avrebbe dovuto collocare le tessere... non capivo.

Cioè capivo, ma non lo trovavo giusto e non riuscivo ad aiutarla perché la mia maestosa eloquenza si trasformava in assoluto mutismo.

Addirittura pensate, ero così disperata che gli avevo dato il permesso di mosaicare un particolare del pesce presente sul mare di onde all’entrata dell’attuale parcheggio, cosa che non ho mai permesso a nessuno, lasciando a me i particolari più significativi perché dettagliati.

Quante cose ho imparato in tre anni!

Le 570 persone arrivate in mio soccorso mi hanno fatto partecipare ad un training concentrato di emozioni. Ho pianto, riso, ho condiviso momenti belli e meno, ma soprattutto ho imparato che non esistono le distanze fisiche nel momento di bisogno anche per piccoli gesti, come quello di far indossare un golf, pulire il sangue procurato da una scheggia di mattonella, raccogliere un pungi dito o la bava di un bacio dato da un adulto, che meraviglia è il genere umano!

Pensate a che cambiamento sono stata sottoposta, ho lavorato come artista per una vita da sola e oggi mi trovo davanti a tanti mondi unici, che invadono i miei spazzi che cercano di fare timide ingerenze sulle mie decisioni, che pretendono di essere importanti per me tutti allo stesso modo ma soprattutto mi chiedono di essere ascoltati.

Le persone che partecipano al mosaico: in ogni tessera una vita!

 

Tessere mosaico: le persone

Tessere mosaico, schegge e tante lacrime: 

tante persone, tante "tessere" per un mosaico fatto di persone 

Ho perso la mia meravigliosa solitudine, il silenzio, la concentrazione perché tutti pretendono che in un micro secondo prenda sempre la decisione giusta. Hanno stravolto la mia vita, non ho più privacy, eppure sono felice perché attraverso loro ho conosciuto me stessa ridimensionando le mie paure e sviluppando una buona dose di pazienza che non ha mai fatto parte della mia indole.

Wolfango Mugnai, che è uno dei miei amici del mosaico, mi prende in giro per la mia natura elastica e poliedrica nel trattare in maniera un pò ruffiana e furbetta tutti, quando in realtà è comprensione e adattamento alle varie personalità. Mi viene naturale essere spontanea e questo accellera il mio percorso di amicizia.

Wolf, come lo chiamo io, è un signore, alto robusto e di piacevole aspetto, con i capelli e barba bianco latte, un pò sornione e permaloso dalla natura ironica, ma strepitosamente protettivo e sensibile proprio come piace a me. Con la sua calma serafica è riuscito a mettere a tavola cercando qua e là, tra frigo e credenza, pranzetti per quaranta persone. Non si sa mai quando arriva, ma c’è sempre quando c’è bisogno, creativo e delicato nei modi e nel gestire le situazioni.

Come mi sento fortunata! Pensa a me e mi solleva da altre mansioni ma soprattutto mi fa complimenti anche quando si vede da un chilometro che sono stanca e abbattuta. I momenti più belli per tutti e quando insieme a Luigi Zampini scherzano, vi assicuro su tutto!

Il mosaico umano che stiamo costruendo, nasconde in ogni tessera una vita, un mondo, e ha sua volta una tessera vive di vita propria nascondendo un’anima decifrabile solo da chi la ama.

Spero che continuate a seguirci come avete fatto fino ad oggi, mi state dando la possibilità di condividere parte della mia vita e riconoscere a chi ne ha fatto parte una presenza importante, tante altre le novità in arrivo…

La tessera: l'anima del mosaico.

Nel 2009 quando ho iniziato a fare mosaico trencadis, non conoscevo la differenza dei vari materiali (mattonelle), e con grande incoscienza dettata dalla malizia lavorativa e un pò di sana estetica sempre individuale nel colore e nella disposizione, posizionavo le tessere ripercorrendo il mio passato da pittrice. Creavo sfumature ma senza capire quale fosse il significato intrinseco di ciò che stavo utilizzando.

La tessera non è solo un freddo composto, perché concepito dal pensiero e dalla sensibilità di un essere umano, si fa calpestare senza lamentarsi perché sa di essere utile, ma soprattutto decide se gli piaci.

Ci sono giorni in cui le tessere vanno al loro posto, che siano spaccate a martello o pinza… e poi parlano, decidono di stare in interno o esterno. Si scheggiano o no con grande naturalezza. Non prevaricano mai l’uomo, ma si lamentano quando le maltratta facendoti scivolare o tagliandoti.

Tu le guardi, le ami e loro assecondano il tuo desiderio, si fanno scegliere e non hanno pretese storiche come lo ha un mosaico di ciottoli o di marmo, che nasconde una storia nascendo dai secoli. La tessera si fa bella perché sta insieme alle altre, non è individualista mantiene la propria personalità consapevole della sua semplicità.

 

( foto del mosaico la Visione di Ezechiele di Andreina Giorgia Carpenito)