Ieri e Oggi: Com’è cambiato il rapporto fra maestro e alunno

Com’è cambiato il rapporto fra maestro e alunno: Dal correva l'anno 1886... al 2016! 

Elzeviri e Fotografie dei tempi al ritmo del libro Cuore di De Amicis:

Dai tempi del libro Cuore di De Amicis    27 ottobre           La mia maestra di prima superiore

 

Il libro “Cuore” di Edmondo De Amicis offre anche oggi molti spunti di riflessione.

 

Maestra e classe

Il capitolo dedicato alla maestra di prima superiore, ad esempio, è utile per paragonare la situazione scolastica attuale e quella passata.
Il rapporto tra alunni e insegnanti è molto cambiato nel tempo, e oggi purtroppo è raro che si riesca ad instaurare una relazione che vada oltre i semplici doveri scolastici.

“La mia maestra ha mantenuto la promessa, è venuta oggi a casa, nel momento in cui stavo per uscire con mia madre, per portar biancheria a una donna povera, raccomandata dalla Gazzetta.”

Un insegnante che va a trovare i propri alunni è ormai impensabile; le visite sono oggi limitate a quelle dei genitori che si recano a scuola per avere notizie sul rendimento scolastico dei propri figli, e la distanza tra docenti e allievi purtroppo sta aumentando esponenzialmente man mano che passano gli anni.

“È vero; si sente sempre la sua voce; mi ricordo di quando andavo a scuola da lei: parla, sempre parla perché i ragazzi non si distraggano, e non sta un momento seduta.”

Ormai è difficile avvertire la dolcezza che provava il piccolo Enrico nel rivedere la sua maestra dopo quasi un anno, nelle parole di uno dei nostri ragazzi che si rivolge al proprio insegnante, direttamente o indirettamente.

“M’ha baciato, m’ha ancora detto d’in fondo alla scala: - Non mi scordare, sai, Enrico! – Oh mia buona maestra, mai, mai non ti scorderò. Anche quando sarò grande, mi ricorderò ancora di te e andrò a trovarti fra i tuoi ragazzi (…)”

 

Una maestra buona, un insegnante materna, ma non è un miraggio, può essere ancora una realtà. È sufficiente in realtà così poco: un po’ di empatia, meno presunzione, più passione e meno senso dell’obbligo.

L’insegnamento non dovrebbe essere visto come un semplice mestiere, ma più come una missione.

I docenti hanno di fronte a loro una classe composta dagli adulti di domani, dai futuri impiegati, postini, manovali, dirigenti; ragazzi che ancora non sanno cosa fare del proprio futuro, che hanno la mente piena di sogni, fantasie e confusione, che vivono giorno per giorno senza pensare troppo alle conseguenze delle loro azioni, com’è giusto, in fondo, alla loro età.

È compito degli adulti indirizzarli e aiutarli, con fermezza e dolcezza, sia a casa che a scuola. Sono convinta che una collaborazione tra famiglia e educatori, al giovane non potrebbe far altro che giovare.

“(…) nella scuola tua, dove imparai tante cose, dove ti vidi tante volte malata e stanca, ma sempre premurosa, sempre indulgente, disperata quando uno pigliava un mal vezzo delle dita a scrivere, tremante quando gli ispettori c’interrogavano, felice quando facevamo una buona figura, buona e sempre amorosa come una madre. Mai, mai non mi scorderò di te, maestra mia.”

 

Il tema della scuola mi sta particolarmente a cuore, ecco perché amo il libro di Edmondo De Amicis, che con delicatezza e precisione ci descrive un mondo che non esiste più, e di cui sarebbe bello riconquistare qualche valore che si è perso nel tempo.

Il rispetto dei giovani verso gli adulti, i genitori e gli insegnanti, ad esempio, o l’amorevolezza degli adulti nell’impartire lezioni scolastiche e di vita ai ragazzi, anche duramente ove necessario, ma tenendo sempre ben presente solamente il bene dell’altro.

 

 

 

 

(Si ringraziano per le foto: Angolo della memoria, Wikipedia.org, Antonietta Derosa,Marianna Canali, foto copertina Salvatore Filomena Toscano)