Gli effetti della caffeina, una curiosa scoperta

Quanto si parla di caffè inevitabilmente si collega agli effetti che produce in noi la sostanza più conosciuta e presente in esso: la caffeina.

 

Quando è stata scoperta la caffeina

Friedrich Ferdinand Runge scopritore della caffeina

Gli effetti della caffeina, una curiosa scoperta: Friedrich Ferdinand Runge

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Innanzi tutto si deve fare una premessa: le piante come il caffè sono state usate per i loro effetti farmacologici come piante medicinali fin dai tempi antichi e quindi potremmo dire che i  suoi effetti siano conosciuti da molto tempo.

Parlare di scoperta in questo caso significa, quindi, raccontare quando una sostanza sia stata isolata e denominata in ambito chimico e per la caffeina è avvenuto in modo poetico…

La scoperta della caffeina

perché avvenne in seguito all’incontro fra il grande poeta Johann Wolfgang Goethe e il chimico Friedrich Ferdinand Runge.

Runge, prima di quel fortunato incontro, aveva già mostrato di essere un attento ricercatore notando che l’estratto di belladonna provocava la dilatazione della pupilla.

Questa osservazione gli sarà molto utile in seguito anche per la scoperta della caffeina...

Johann Wolfgang Goethe è conosciuto per la poesia, ma si interessò anche alle scienze studiando, fra le altre, la chimica, la farmacia e la botanica.

Il poeta era da sempre un amante del buon vino e del caffè tanto da essere, come molti intellettuali dell’epoca, frequentatore dei primi locali dedicati alla bevanda come i caffè storici Caffè Greco a Roma e il Caffè Florian a Venezia quando venne in Italia per il suo viaggio più noto.

All’Università di Jena la chimica era studiata sotto la direzione di Johann Wolfgang Döbereiner, il chimico che contribuì allo sviluppo della tavola periodica.

Döbereiner era molto apprezzato da Goethe che, già anziano, era a sua volta una autentica istituzione del mondo intellettuale.

Come si arrivò a scoprire la caffeina e ad isolarla

Döbereiner raccontò al Poeta che Runge conduceva ricerche chimiche sulle piante ed era in grado di far dilatare le pupille al proprio gatto con estratti di belladonna.

Goethe volle allora vedere l’esperimento sul gatto e quando il giovane ed emozionato chimico glielo mostrò ne rimase impressionato.

Johann Wolfgang Goethe chiese allora di analizzare a Friedrich Ferdinand Runge alcuni semi di un raro caffè moca arabo.

Runge, in pochi mesi, riuscì a isolare e individuare la caffeina.

Gli effetti della caffeina

La caffeina è un alcaloide, come lo sono la teofillina (del the) e la teobromina (del cacao), e fa parte di un gruppo di lipidi denominati purine.

Durante la lavorazione, nella tostatura, una parte della caffeina si volatilizza ma non c’è una perdita in percentuale perché la diminuzione è analoga alle altre sostanze presenti.

Naturalmente, come per ogni sostanza, l’abuso è dannoso e dovremmo prestare attenzione a quanti caffe prendiamo al giorno.

A volte non si notano subito, ma una reazione negativa alla caffeina può avvenire anche dopo anni di assunzione e in modo repentino.

Un’altra cosa importante da sottolineare è che spesso negli studi si parla di “fattori di rischio” e questo significa l'elemento preso in considerazione non agisca in modo totale e univoco, ma semplicemente che diminuisce le probabilità di contrarre quella malattia e non le annulla.

Il nostro corpo assorbe molto rapidamente la caffeina nel caffè tradizionale tostato e il picco di presenza nel sangue lo abbiamo dopo circa 30 minuti mentre già dalle tre o sei ore dopo la sua presenza si dimezza diminuendone gli effetti (nel caffè verde abbiamo un assorbimento più lento e una permanenza più lunga).

I risultati di alcuni studi sugli effetti della caffeina

L’assunzione nelle normali quantità di alcuni caffè al giorno provoca una sensazione di benessere e di maggior attenzione e concentrazione.

La caffeina ha un effetto eccitante che combatte la sonnolenza, la stanchezza e aumenta la resistenza fisica.

Ha un effetto cardiotonico  e migliora anche la circolazione delle coronarie.

In dosi elevate può portare a tachicardie e, nelle persone che consumano saltuariamente il caffè, può provocare l’aumento della pressione.

Diminuisce i fattori di rischio di contrarre arteriosclerosi, questo perché nel caffè sono state rilevate anche sostanze antiossidanti che contrastano anche la formazione di colesterolo LDL.

Alcuni studi hanno anche mostrato che l’assunzione di caffè diminuisce i rischi di cancro alla prostata.

Contrasta la insorgenza della sclerosi multipla. Alcuni esperimenti condotti sui topi, (quindi non decisivi per gli esseri umani), hanno mostrato che la caffeina impedisce all’adenosina di far scattare la reazione autoimmune che causa la malattia.

Anche la malattia dell’Alzheimer e il morbo di Parkinsons trovano, pare, trovino nella caffeina un ostacolo.

Lo studio ha evidenziato che è importante anche il ruolo svolto dalla quercetina, anch’essa contenuta nel caffè.

L’assunzione della bevanda ha mostrato di poter ridurre due marcatori tipici dellAlzheimer e ridurrebbe anche la morte dei neuroni giocando un ruolo nella conservazione della memoria come neuroprotettore.

Gli effetti collaterali della caffeina

Tra gli effetti collaterali più noti della caffeina c'è l'insonnia.

È naturale che agendo nel sistema nervoso centrale e diminuendo il senso di affaticamento sfavorisce l'addormentamento della persona.

Troppi caffè al giorno possono portare ad una perdita di calcio aumentando il rischio di osteoporosi, alla formazione di ulcere allo stomaco ed è sconsigliato l’uso soprattutto durante la gravidanza.

Se si è intolleranti alla caffeina ci sono molte alternative al caffè che possono offrirci il piacere di una buona bevanda, ma è naturale considerare quanto la moderazione e il buonsenso siano fondamentali per ciò che riguarda il consumo di qualunque prodotto alimentare.

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