Da Marco Pannella alla legge sul testamento biologico

Marco Pannella, il più sui generis politico italiano, il 19 maggio dell’anno scorso, dopo una lunga malattia, ci ha lasciati.
Voglio proporre qui ed ora un ritratto dell’uomo e del politico Marco Pannella che vuole essere scevro di “servile encomio” e di “codardo oltraggio”.

 

 

Marco Pannella

Marco Pannella a una delle tante lotte da lui sostenute come il divorzio, il testamento biologico o l'eutanasia e quelle per l'integrazione.

Articolo Da Marco Pannella alla legge sul testamento biologico e poesia di Michelangelo La Rocca su CaffèBook (caffebook .it)

 

Voglio fare subito una chiara premessa: non stravedevo per Marco Pannella, mi appariva troppo radicale per i miei gusti, troppo provocatorio, a volte mi sembrava un violento della “non violenza” con i suoi scioperi della fame che sembravano dei ricatti belli e buoni per imporre le proprie idee anche a coloro che non le condividevano.
La morte, però, copre col proprio misterioso e pietoso velo l’asprezza della polemiche e consente di ragionare con pacato distacco sulla sua figura.
Marco Pannella è stato quasi sempre un ”uomo contro”, ma seppe essere spesso un “uomo per”, sempre e comunque minoranza e minoritario, ha saputo però essere a suo modo uomo di governo capace di concludere le sue discusse, e spesso discutibili, battaglie con clamorosi successi, degni di un vero e proprio uomo di governo.

Basti pensare alla battaglia per l’introduzione del divorzio e dell’aborto, due grandi, fondamentali conquiste in tema di diritti civili ottenute grazie al contributo attivo e decisivo di Marco Pannella.

Ha avuto il grande merito di innestare la lotta su questi due grandissimi temi che, col concorso di altre forze progressiste, prima fra tutte il PCI del grande Enrico Berlinguer, furono concluse con un successo insperato se si considera che contro la loro affermazione c’erano la Democrazia Cristiana e la Chiesa Cattolica.

Pannella è stato anche l’uomo della stagione referendaria, dei referendum vinti (su tutti quelli sul divorzio e l’aborto) e di quelli persi soprattutto per il mancato raggiungimento del quorum.

La partita della democrazia è sempre una bella partita che va giocata sempre e comunque, se però mi è consentito rivolgere una critica a Marco Pannella è quella di essere stato nel contempo l’uomo dell’affermazione del referendum e l’uomo che ha decretato la fine dell’istituto del referendum.

Avere abusato di tale importante istituto, anche per materie che non presentavano una grande attrazione politica, ha svilito questo istituto di democrazia diretta, fino a decretarne la fine con l’ormai abituale mancato raggiungimento del quorum.

Forse un uso del referendum più oculato e meditato avrebbe sicuramente allungato la vita di tale, importantissimo istituto di democrazia diretta ed oggi non saremmo qui a parlare della sua ormai irreversibile crisi.

Pannella è stato anche l’uomo che si è battuto con tutte le sue forze per carceri più civili ed umani, il modo in cui i carcerati hanno partecipato al lutto per la sua morte è stato assai eloquente.
Forse non è riuscito a vincere la battaglia a favore dei carcerati: abbiamo ancora carceri sovraffollati, i detenuti in attesa di giudizio sono ancora più numerosi dei condannati in via definitiva, le condizioni di vita dei carcerati sono tuttora disumane.

Marco Pannella, però, ha fatto tutto quello che era nelle sue possibilità per portare all’attenzione della classe politica e delle forze governative questa grande battaglia di civiltà giuridica e già questo, solo questo, è un suo indubbio, grandissimo merito.

Un’altra grande battaglia portata avanti da Marco Pannella è stata quella contro la fame nel mondo.
Anche questa è una battaglia ancora aperta, dagli esiti difficili: troppi sono ancora coloro che muoiono di fame (soprattutto donne e bambine del terzo mondo), troppe sono le risorse alimentari sprecate dal bieco consumismo moderno.

Marco Pannella, però, si è speso molto, con energia e passione, per questa nobile causa.

E lo ha fatto senza calcoli, senza secondi fini:

non a caso, infatti, Marco Pannella, nonostante i suoi indiscutibili meriti, non ha mai riempito le urne elettorali di schede recanti la croce sul simbolo del Partito Radicale, il suo partito.

Le sue battaglie, infatti, non erano mai per l’oggi, guardavano sempre al domani, se non al dopo domani, senza effimeri e meschini calcoli elettorali.
A volte sono sembrate discutibili le sue capriole politiche, si è alleato col centro destra (Berlusconi), ma anche col centro sinistra (Prodi).
Anche in questo, però, ha conservato una sua lineare coerenza: si alleava con la destra e con la sinistra, ma lui restava fermo sui principi, sui suoi programmi: usava gli eterogenei alleati per portare avanti le sue iniziative.
Forse lo faceva avendo presagito quello che ormai è sotto li occhi di tutti: i programmi ormai sembrano tutti uguali, si è affermato un pensiero unico ed i confini tra destra e sinistra sono così sfumati che, quasi quasi, non si vedono più.

Alla luce di ciò va rivista l’accusa di essere un trasformista perché, forse, aveva visto prima degli altri quello che ora vediamo tutti:

la profonda ed irreversibile crisi delle ideologie.

Come aveva visto per tempo la crisi dei partiti, la degenerazione di quella che lui chiamava partitocrazia.
Oggi di fatto i partiti, tradizionali e non, sono morti, sono diventati liquidi, una vita dei partiti vissuta democraticamente da veri iscritti non esiste più.
In conclusione di questo breve ricordo e di questo veloce ritratto possiamo dire che Marco Pannella ha condotto tutte le sue grandi battaglie sempre nel rispetto di una personale coerenza: mai alleato col potere, sempre al servizio delle sue nobili idee.
Spesso aveva ragione, qualche volta torto, ma sempre in buona fede e senza mai tradire se stesso.

In tempi di buio trasformismo, di imperante qualunquismo non è poco, anzi è molto, moltissimo.
In occasione del primo anniversario dalla sua morte è di vivissima attualità il dibattito sul testamento biologico, altra storica battaglia di Marco Pannella e del Partito Radicale del quale è stato la bandiera fino a pochissimi giorni dalla sua morte.

Il Parlamento Italiano dopo anni di colpevole ritardo sembra sia sul punto di licenziare la legge sul testamento biologico.

 

Welby Pannella e il testamento biologico

Welby, Pannella e il testamento biologico

Quando salirono alla attenzione della cronaca le vicende di Piergiorgio Welby, Marco Pannella dichiarò che sarebbe stato pronto a staccare materialmente la spina sostenendo così le richieste di Welby. Pannella presentò con il Partito Radicale alla Camera in una conferenza stampa una proposta di legge sul tema del testamento biologico.

La Camera dei Deputati ha approvato la legge sul biotestamento, il testo ora passerà al Senato e si spera che venga definitivamente approvato al più presto colmando uno dei vuoti più dolorosi della legislazione italiana in tema di diritti civili.

L’emanando provvedimento legislativo prevede che ogni persona maggiorenne e capace di intendere e di volere, in previsione di una propria futura incapacità di autodeterminarsi può, attraverso disposizioni anticipate di trattamento, esprimere le proprie convinzioni e preferenze in materia di trattamenti sanitari.
Queste disposizioni, se e quando verranno applicate, potrebbero portare al distacco di un paziente dalle macchine, al rifiuto di talune cure (anche quelle di disidratazione e nutrizione) e quindi alla morte e potrebbe così trovare spazio anche in Italia quella che viene anche definita “eutanasia passiva”.  

L’approvazione ancora non definitiva di tale legge ha suscitato reazioni contrapposte.
Molti deputati cattolici, com’era fin troppo ovvio prevedere, hanno dichiarato di temere che si voglia fare entrare nel nostro ordinamento giuridico l'eutanasia nel modo più barbaro: la morte per fame e per sete.

La presidente della camera Laura Boldrini ha affermato, invece, che con l’approvazione della legge sul testamento biologico ( che, sia pure al momento soltanto in uno dei due rami del Parlamento, la cultura dei diritti civili ha fatto un altro passo avanti nel nostro Paese e che il ritardo nei confronti della società e delle sue domande può essere colmato.

Giudizi diametralmente opposti come sempre capita in Italia quando si discute di problemi che interrogano le coscienze e non potrebbe essere altrimenti in un Paese che ospita la sede dello Stato Vaticano.
Credo che i cronici ed abituali ritardi accusati dal nostro Paese in materia di diritti civili possa e debba essere letto ed interpretato anche, se non soprattutto, in questa chiave.

L’auspicio è che il Senato, che il 4 dicembre 2016 ha visto da vicino la morte, abbia maturato in tema di “fine vita” quella maturità e quell’esperienza che gli consentano di decidere con senso di responsabilità e di equilibrio.

Ad un anno dalla sua morte ci piace pensare che Marco Pannella riposi nel luogo dei giusti, il posto che gli spetta di diritto per la sua onestà, la sua coerenza, il suo coraggio e che, da quel luogo, possa e voglia benedire quest’ulteriore conquista degli italiani in tema di diritti civili: In fondo sarà un po’ anche merito suo!

La tragedia del mare

Raccontaci mare
delle barche affondate
nelle tue acque
calde e salate.
Delle preghiere 
a Dio rivolte
per propiziare
la buona sorte.
Dei racconti 
ai loro bambini
sulla terra promessa,
sui suoi giardini. 
Delle tante speranze,
delle molte illusioni,
tutte infrante
su i tuoi cavalloni.
Dei corpi dei morti 
nell’acqua spariti,
dei loro sogni
nel nulla svaniti.
Ti prego mare
dai loro conforto,
profonda pietà
per chi è morto.
Confessa mare,
ti senti assassino?
O sei parte
di un triste destino?

Articolo Da Marco Pannella alla legge sul testamento biologico e poesia di Michelangelo La Rocca su CaffèBook (caffebook .it)