La cicoria del Café aux Indiens

La cicoria (in erboristeria):

Café aux Indiens come succedaneo del caffè, le ricette di un decotto e un vino digestivo, e la maschera di bellezza.

Pianta perenne dal caratteristico lattice bianco e pianta estiva per eccellenza, la cicoria appartiene alla famiglia botanica delle Composite e ha fiori costituiti da un capolino ligulato dall’intenso colore azzurro.

Essi hanno la forma di piccola stella e sono le ultime gemme che ornano i prati e i campi, confondendone il verde in note bluastre, quasi sino a ottobre. Assomigliano a grandi occhi spalancati sul cielo mattutino, a carpirne la trasparenza, la turchese armonia.

Gli steli assai ramificati, che raggiungono anche un metro d’altezza, ondeggiano flessibili ai soffi del vento che s’insinua tra le foglie pennate e profondamente dentate della rosetta basale. Un souvenir di belle giornate e di sole, prima che termini il tempo delle vacanze.

Diffusa in tutta Europa, dalla pianura alla montagna, dal bacino mediterraneo sino alla Bretagna o al Galles, la cicoria è piuttosto rara in Irlanda. Prova ne sia il fatto che il nome irlandese non ha una propria forma celtica ma riecheggia il Cichorium intybus L. latino. Viene, infatti, chiamata Siocaire (si legge all’incirca sciùcareh).

Non per questo, tuttavia, è specie trascurata dagli abitanti dell’Isola di Smeraldo. Anzi, la difficoltà di reperirla dona a questa pianta un fascino singolare, una fama di poteri straordinari. Si tramanda che portarsi appresso in battaglia una foglia di cicoria conferisse l’invincibilità, purché fosse stata raccolta nel silenzio più assoluto del crepuscolo, utilizzando un coltellino d’oro.

Un’altra tradizione consigliava agli emigranti di munirsi d’una foglia di cicoria quando partivano alla ricerca di una nuova patria. Per questo motivo gli irlandesi che salpavano per l’America, nel XIX secolo, facevano in modo di non esserne sprovvisti.

La pianta di cicoria, inoltre, era simbolo di fortuna e d’affermazione sociale.

Cicoria

Articolo La cicoria del Café aux Indiens di Maura Maffei (caffebook .it)

Con la pianta di cicoria si può fare un buon succedaneo del caffè, il caffè di cicoria appunto; un'alternativa al caffè come lo era il Café aux Indiens.

Pare che frizionarsi i polsi con il lattice biancastro che fuoriesce dai suoi steli fosse il segreto di chi voleva rendersi gradito ai potenti di questo mondo. Forse si tratta solo di una leggenda curiosa, ma non guasta citarla tra gli altri aneddoti.

Una fiaba celtica un po’ triste narra di una fanciulla che, ferma sul ciglio della strada, aspettava invano il ritorno del suo amato. Passarono i giorni e gli anni ma egli non venne.

La ragazza, ormai sfinita dall’inverosimile attesa, s’afflosciò sul terreno e morì riversa sopra una riva di cicoria in fiore.

A cavallo tra Seicento e Settecento, questa pianta ebbe un autentico momento di gloria. Prima in Francia e poi in tutta Europa era di moda impiegarne la radice tostata in succedanei del caffè dai nomi stravaganti: Café aux Indiens o Prussian Coffee.

Conosciamo ora le proprietà e i principi della cicoria:

In effetti è proprio nella radice a fittone (la cui raccolta avviene in autunno, quando è più carnosa) che si concentra la maggior parte dei principi attivi.

Essi fanno della cicoria un lassativo, un buon digestivo, un diuretico e un colagogo che agisce sul fegato.

Si beve in decotto dal sapore piacevolmente amaro. Per prepararlo, occorre versare due cucchiai di radice essiccata e spezzettata in mezzo litro d’acqua fredda.

Si porta a bollore e si lascia sobbollire per almeno un quarto d’ora. Si spegne il fuoco, si lascia riposare per una decina di minuti, si filtra e si gusta tiepido dopo i pasti.

Con la radice cotta e schiacciata in poltiglia si ottiene anche una maschera di bellezza che ridona candore alla pelle, che giova in caso di arrossamenti e orticaria e che costituisce un buon emolliente per il viso.

Basta applicarla con una garza e tenerla in posa per almeno una ventina di minuti.

E poi la radice di cicoria è l’ingrediente fondamentale di un vino digestivo di cui si può sorseggiare un bicchierino a fine pasto.

Questa ne è la ricetta:

si prendono 30 grammi di radice secca, si sminuzzano il più possibile e si mettono a macerare con un litro di vino bianco in un contenitore chiuso, dalle pareti scure, per un paio di settimane, trascorse le quali il vino di cicoria va filtrato e imbottigliato.

Volete provare anche il vino di Rosmarino?

Non dimentichiamo, infine, che le foglie primaverili della cicoria, raccolte prima che essa fiorisca (altrimenti diventano troppo coriacee) sono un ottimo ingrediente per insalate crude e cotte o per frittate dal sapore amarognolo e appetitoso.

Articolo La cicoria del Café aux Indiens di Maura Maffei (caffebook .it) 

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