Quelli dell'Hardboiled School: Brett Halliday, grande artigiano del poliziesco.

 

"Vidi per la prima volta l'uomo che ho chiamato Mike Shayne a Tampico, Messico, tanti anni fa. Ero soltanto un ragazzo che lavorava come mozzo su una petroliera, quando attraccammo laggiù per prendere un carico di petrolio grezzo. Dopo cena, un gruppetto di marinai andò a terra, per visitare quel porto straniero. Io ero con loro."

Così inizia il racconto di Brett Halliday, uno dei tanti pseudonimi di David Dresser,

sulla nascita del suo personaggio più famoso, l'investigatore privato Michael (Mike) Shayne, di Miami.

 

 

Nato a Chicago nel 1904, Halliday trascorre la sua infanzia nel Texas.

A quattordici anni si arruola nell'esercito, a sedici torna per poco sui banchi di scuola, ma ben presto comincia a girovagare per gli Stati del sud e il Messico, cominciando a lavorare nei pozzi di petrolio.

"Alla prima taverna che incontrammo ci ficcammo dentro. Eravamo tutti al bancone, ad assaggiare la tequila, quando notai un americano con folti capelli rossi, seduto ad un tavolino dal quale si dominava l'ambiente affollato. Davanti a sè, una bottiglia di cognac, un bicchierino e un bicchiere grande pieno di acqua ghiacciata."

Poi ci fu ancora una pausa per riprendere gli studi. Allo State College dell'Indiana, Halliday si laureò in ingegneria civile. Nel 1926, senza lavoro a Los Angeles, partecipa a un concorso bandito dalla casa editrice Dodd& Mead.

"Era alto e allampanato, con lineamenti marcati e freddi occhi grigi che osservavano la scena con una sorta di divertito distacco. Doveva essere sui ventidue, ventitrè anni e, mentre lo guardavo, si portò il bicchierino alle labbra per sorseggiare un po' di cognac, che poi mandò giù con un sorso di acqua gelata. Non so cosa mi spingeva ad osservarlo così attentamente. Forse in lui c'era qualcosa di particolarmente solitario, in quella taverna affollata. Faceva parte della scena, ma come elemento a sè stante.

Un messicano suonava la fisarmonica, alcune "senoritas" sedevano qua e là tutt'attorno alla sala, e alcuni marinai andarono ad invitarle a ballare. Forse uno dei marinai invitò la ragazza di qualcun altro, così improvvisamente scoppiò una rissa, che rapidamente ingigantì. C'erano imprecazioni, grida e il luccichio dei coltelli sfoderati. Gli altri erano in soprannumero e noi stavamo per avere la peggio quando, con la coda dell'occhio, vidi l'americano spingere in là il tavolino e gettarsi nella mischia, agitando i suoi grossi pugni. Ogni volta che lui colpiva, un messicano finiva a terra, e generalmente lì rimaneva.

Venni colpito alla testa da una bottiglia e calpestato da altri che lottavano. Per un attimo dovetti perdere i sensi, perchè mi resi bruscamente conto che la zuffa si era placata e giacevo nel bel mezzo di un groviglio di corpi, con la testa rotta e la faccia tutta insanguinata. Poi venni trascinato fuori dal groviglio, e rimesso in piedi dall'americano coi capelli rossi. Mi diede una spinta per farmi superare le porte a molla e io incespicai e caddi all'esterno, dove venni raccolto dai miei compagni.

Ci allontanammo di là in fretta e furia e tornammo a bordo. Il mattino dopo riprendemmo il mare e nessuno di noi seppe più che fine avesse fatto il rosso dopo che avevamo lasciato la taverna."

Halliday non vinse il concorso letterario, ma scoprì le sue doti di scrittura, e cominciò a credere nella possibilità di diventare un autore.

Compose decine di racconti usando svariati pseudonimi, passando dalle storie d'amore, ai western, ai racconti sexy, prima di dedicarsi definitivamente ai romanzi polizieschi.

"Non lo rividi che molti anni dopo, a New Orleans, in un bar pieno di fumo del Quartiere Francese. Stava seduto da solo a un tavolo verso il centro del locale, con davanti a sè un bicchiere di cognac e uno d'acqua gelata. Era lui, senza dubbio, invecchiato e con le spalle più larghe di come lo ricordavo, ma con la stessa espressione di solitudine e distacco negli occhi freddi e grigi.

Con il bicchiere in mano, mi avvicinai al suo tavolo. Mi guardò meravigliato e io mi affrettai a ricordargli la rissa al porto di Tampico, dicendo d'essere quel marinaio che lui aveva tirato fuori dalla mischia e messo in salvo.

Un sorriso gli illuminò la faccia, e stava per dire qualcosa quando, sui suoi lineamenti, calò un gelo improvviso. Fissava la porta d'entrata, alle mie spalle, e io mi girai per vedere cosa stesse guardando. Due uomini erano entrati nel bar e si dirigevano verso di noi. Lui finì d'un sorso il cognac e si alzò proprio mentre i due si fermavano accanto al tavolino.

"Non ti muovere" mi disse con asprezza. Poi si incamminò verso l'uscita preceduto da uno dei tipacci e seguito dall'altro, sparendo così nel Quartiere Francese. Da allora non l'ho più rivisto."

Brett Halliday non ebbe esitazioni quando decise chi dovesse essere il protagonista del suo romanzo d'esordio.

Lo chiamò Michael Shayne, e ambientò il libro a Miami intitolandolo "Dividend on death" (Ipnosi). Lo spedì alle case editrici, e venne respinto per ventidue volte.

Solo dopo aver pubblicato un secondo giallo con altro protagonista, firmandolo Asa Baker, riuscì a vendere il precedente romanzo, nel 1939.

Halliday non sapeva che sarebbe stato il primo di una lunga serie.

Il "New York Times", all'uscita di Ipnosi, scrive che l'autore è un "narratore inesperto", ma che "diventerà popolare presso quei lettori desiderosi di storie disinvolte, rozze, violente".

La profezia si avverò, tanto che i romanzi di Halliday, popolati di bellissime donne, giocatori d'azzardo, gangsters, sbronze, assassini, scazzottate e inseguimenti, avranno grande successo.

Lo scrittore con la benda sull'occhio (c'è chi dice non la portasse per un incidente a cavallo, ma solo come trovata pubblicitaria) ebbe talmente successo che negli anni furono prodotte serie radiofoniche e televisive dai suoi racconti, nonché film con protagonista Mike Shayne.

Halliday fu anche tra i fondatori dei Mystery Writers of America, e della Mike Shayne Mystery Magazine.

I romanzi con protagonista il detective Testarossa sono una trentina, ma dopo il ritiro dall'attività di Halliday, vari ghostwriter ne aggiunsero più che altrettanti alla fortunata serie.

Le storie originali hanno spesso trame complicate e molto ben congegnate, in perfetto stile Hardboiled.

Forse non fu un grande artista, Halliday, ma sicuramente un bravissimo artigiano di storie.

Il suo Mike Shayne ha una forza e una vitalità che parecchi malinconici antieroi moderni pagherebbero oro per possedere.

Chissà se poi la storia che Halliday ci ha raccontato circa la nascita del suo eroe è realmente accaduta o se, soprattutto per quanto riguardo la parte sul secondo incontro con "l'americano", non si tratti dell'ennesima invenzione del fantasioso scrittore.

Infatti l'autore, nonostante le accuse sul tipo di scrittura troppo commerciale, non era del tutto nuovo a giochi metaletterari e metanarrativi. Lo dimostra la trama tra la realtà e la finzione di Avventura a mezzanotte  (She Woke to Darkness, 1954). C'è in questo libro un "romanzo nel romanzo" e il protagonista è lo stesso scrittore che, oltre a trovarsi impelagato in una brutta situazione, è costretto chiamare Shayne in suo soccorso!

Un episodio analogo a quello ambientato nel bar di New Orleans è narrato da Ernest Hemingway ne "Gli uccisori" (The Killers, 1927), racconto dal quale furono tratti ben due film famosi (I gangsters di R.Siodmark nel 1946, e Contratto per uccidere nel 1956, di D.Siegel).

Poteva Halliday non esserne a conoscenza?

E l'incipit del suo Straniero in città  (Stranger in Town, 1956) non suona, in fondo, alquanto simile all'ultima apparizione del "rosso misterioso"?

 

 

disegno nella foto di Giuliano Fontanella